Con “Chiamatemi Leo”, Roberta Morleo tiene vivo il ricordo di un tarantino illustre: Leo Pantaleo
Una biografia, ma soprattutto una valanga emozionale, che si snoda attraverso il rocambolesco percorso professionale del regista, commediografo, attore e costumista
La storia di Leo Pantaleo – per Taranto una figura importantissima sul piano artistico e culturale -, personaggio eclettico, stravagante e affascinante allo stesso tempo, non poteva concludersi con la sua scomparsa, risalente a sei anni fa, il 13 aprile, venerdì santo della Pasqua 2017.
È arrivata una biografia, ed è stata per molti una valanga emozionale. Perché non solo della rocambolesca vita professionale del regista, commediografo, attore e costumista parla la giornalista e sua amica Roberta Morleo, che all’inizio del 2000 ne curava le pubbliche relazioni nel piccolo teatro di via Matteotti, ma anche del suo vissuto più intimo e privato, che con la vita artistica inevitabilmente si intreccia creando una narrazione di eccezionale impatto emotivo.
La presentazione alla città
Il 16 aprile scorso, nella biblioteca Acclavio di Taranto, la biografia di Leo Pantaleo, a firma di Roberta Morleo (che ha voluto assieme alla sua anche quella del regista scomparso) è stata presentata alla città. Il libro – trecento pagine ricche di foto per la maggior parte inedite – si chiama “Chiamatemi Leo”, come uno dei sedici capitoli che lo compongono. Le pagine scorrono come un film a colori, ogni paragrafo è un pezzo di vita dell’artista, vissuto fra il capoluogo jonico e la Capitale, dove le sue capacità istrioniche e la sua inesauribile creatività trovarono il giusto humus, dalla fine degli anni 60 all’inizio degli ’80, fino al definitivo ritorno a Taranto.
I piani temporali si inseguono e si incrociano, a volte si stoppano e tornano brevemente indietro, per il tempo di un breve flash o di una sequenza filmata.
Nella prima serata di presentazione, circa duecento persone hanno affollato la sala Agorà della biblioteca. Nulla è stato casuale, nella “Prima” dedicata a Pantaleo. Una piccola esposizione di sue foto, giovanili e non, corredata da articoli di giornale e da due manichini abbigliati dagli splendidi abiti da lui confezionati, hanno accolto gli ospiti. A fare gli onori di casa, l’assessore alla cultura Fabiano Marti, a sua volta attore di Pantaleo alla fine degli anni 90. Dopo l’intervento dell’editore Piero Massafra (Scorpione Editrice, che ha curato il progetto editoriale), Roberta Morleo, visibilmente emozionata ma a suo agio davanti alle telecamere che per anni hanno fatto parte del suo habitat naturale ( per anni giornalista televisiva, da Videolevante a Studio 100, ora ufficio stampa di Confindustria) è stata intervistata dai giornalisti Simona Giorgi e Angelo Caputo, e a sua volta è stata lei a chiedere loro, che di Pantaleo erano amici, ricordi e aneddoti particolari.
Due ore di dibattito –con una sala attenta e pressoché rapita dalle foto di Pantaleo che si avvicendavano sullo schermo – hanno caratterizzato una serata dal sapore più simile alla festa fra vecchi amici che alla presentazione di un libro. Nell’agorà della biblioteca, mentre le immagini scorrevano, si aggirava una mastodontica figura femminile: il sorprendente trasformista Amerigo Ruocco, nei panni di Anna Fougez, abbigliato con quello che fu uno degli splendidi costumi di Pantaleo.
Al termine, è stato proposto il video realizzato da Valerio Balestrieri, già attore di Pantaleo, da anni lontano da Taranto come dal palcoscenico, (che in questo modo, pur a distanza, ha voluto celebrarlo). Molti gli occhi lucidi e i volti contratti dalla commozione, a testimoniare il grande affetto nei confronti di un’artista mai dimenticato che Taranto meritava di celebrare.
Chi era Leo Pantaleo
Nato ad Alberobello, vissuto fra Taranto e Roma, Leo Pantaleo è stato quello che si dice un’artista a 360°. Dissacrante e innovatore, ha calcato i più prestigiosi palcoscenici italiani, lavorando con registi del calibro di Fellini, Patroni Griffi, Comencini, Rossellini e Strehler, portando il suo personalissimo talento anche all’estero. ll suo teatro e i corsi teatrali da lui realizzati sono stati fucina di giovani aspiranti attori che ora calcano le scene nazionali.
La sua scheda biografica – curata anch’essa da Roberta Morleo – è consultabile al Mudit, il Museo degli Illustri Tarantini, inaugurato a Taranto ad ottobre 2022.
“Chiamatemi Leo” è in tutte le librerie e nei circuiti on line.