“Un tesoro chiamato Fede”: il dialogo di don Francesco Nigro con l’autrice Laura Magli
Con l’intervento del segretario regionale per la commissione episcopale per la catechesi, don Francesco Nigro, sabato 19 ottobre, alla biblioteca Acclavio, Laura Magli, giornalista e scrittrice particolarmente messasi in gioco nell’esperienza della fede, ha presentato il suo piccolo libro di catechesi per le famiglie e per i ragazzi dal titolo “Un tesoro chiamato Fede. Piccolo saggio per cacciatori di felicità”, edito da Scorpione. Ha presenziato l’assessore comunale alla cultura Angelica Lussoso nonché un folto pubblico particolarmente interessato all’argomento.
In apertura, una testimonianza online offerta da Gino Cecchettin, papà di Giulia uccisa dal suo fidanzato, ha fatto rilevare in primo luogo il legame tra la fede e la promozione della dignità della donna.
A seguire, don Francesco Nigro, che ha portato il saluto dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero, ha intrapreso un dialogo con l’autrice. Facendo riferimento al noto testo di Charles Peguy “Il portico del mistero della seconda virtù”, egli ha richiamato il legame stretto tra le tre virtù teologali presentate dallo scrittore francese come tre sorelle: la fede è la sposa fedele, la carità è la madre amorosa mentre la speranza è la piccola figlia nata il giorno di Natale e che attrae e spinge le due sorelle nel cammino della vita. Nel testo della Magli emerge che l’esperienza di fede è un cammino alla ricerca di una felicità che parte dall’ascolto dentro di sé e della voce della coscienza che educa e accompagna il cammino di consapevolezza e di adesione sempre maggiore alla verità e al bene. Inoltre l’autrice ha raccontato, dopo la provocazione offerta da don Francesco, la sua esperienza di fede legata alla sua famiglia. Ella fin da giovane ha vissuto questo legame stretto con la comunità parrocchiale scoprendo la bellezza della fede come un segno di custodia che Dio le ha offerto anche nei momenti bui e difficili della sua vita. L’autrice ha ammesso che per lei la preghiera è un’arma per amare in una maniera più autentica, tanto da poter dire che tutto il percorso previsto da questo piccolo libro è fare esperienza della vita come un andare a caccia della felicità con “l’arco dell’ascolto e la freccia della fiducia”.
Il dialogo con l’editore Piero Massafra ha poi messo in rilievo l’importanza dell’ascolto delle domande esistenziali dell’uomo anche per il nostro oggi, quali la paura della morte e della sofferenza, la luce della speranza nella risurrezione e la consolazione nel Crocifisso Risorto, che rimane un punto di riferimento per ogni uomo, anche non credente.
L’auspicio di una serata vissuta in questo clima di confidenza e di relazioni profonde è che all’interno delle famiglie e nell’educazione dei figli possa maturare la consapevolezza della presenza di Dio e la possibilità di affidarsi a lui con la preghiera e l’ascolto della sua parola possano essere per promuovere un processo di umanizzazione della nostra vita e del nostro impegno quotidiano.