La scomparsa di mons. Donato Palazzo, per 39 anni al Cuore Immacolato di Maria
È deceduto all’età di 91 anni mons. Donato Palazzo. I funerali si terranno sabato 27 maggio alle ore 16.30 al Cuore Immacolato di Maria, dov’è stato parroco per ben 39 anni.
Donato Palazzo era nato a Martina Franca il 23 marzo del 1932 da papà Carmelo, artigiano, e mamma Maria. Insieme alla sorella Costanza, vive l’infanzia in una famiglia radicata nella fede. Matura la vocazione in quella fucina di sacerdoti che fu la Martina del compianto mons. Giovanni Caroli; don Donato fa anche riferimento a Porziella Cipro, catechista esemplare, che sostenne le vocazioni di tanti altri sacerdoti martinesi. Dopo gli studi teologici a Napoli, dai gesuiti, è ordinato sacerdote l’1 luglio 1956; quindi diviene vicario parrocchiale alla Sant’Antonio, a Taranto, rivestendo l’incarico di assistente diocesano dell’Azione Cattolica. Successivamente egli è parroco agli Angeli Custodi, ai Tamburi e contemporaneamente cappellano all’Italsider fino al ’75. Nel ’68 don Donato prepara la visita nello stabilimento siderurgico di Paolo VI, che alla fine gli regala i propri paramenti, il calice e la patena, da allora utilizzati ogni anno nelle veglie di Natale e di Pasqua. Dal ’76 è parroco al Cuore Immacolato; nel 1989 il suo ministero incrocia un altro papa, Giovanni Paolo II, per la cui visita organizza, coordina e prepara l’incontro-festa dei giovani allo stadio Iacovone. Nel 2015 don Donato Palazzo si dimette da parroco per raggiunti limiti di età, collaborando con il suo successore, monsignor Giovanni Chiloiro fino a quando le forze lo hanno sostenuto.
Così consigliava ai giovani sacerdoti: “Che trovino ogni giorno uno spazio da dedicare alla riflessione, non in Chiesa, ma passeggiando per le strade, per lasciarsi interpellare dagli avvenimenti e dalle domande delle persone che si incontrano. Faccio mio l’appello di papa Francesco ai giovani nell’incontro pre-sinodale di non vivere iper-protetti ma di raccogliere le sfide della realtà e, inoltre, di attingere all’esperienza degli anziani e ascoltarli”.
Foto di G. Leva