La domenica del Papa – Nessun bambino è un errore
Siamo alla vigilia di quell’evento che per il credente è l’inizio della salvezza, un Dio che irrompe nella storia dell’umanità. In questa quarta domenica di Avvento Luca ci parla del Signore che non solo visita il suo popolo ma sceglie di dimorare in mezzo a esso. E sceglie uno sconosciuto villaggio della Palestina, Betlemme, “così piccolo per essere tra i villaggi di Giuda”, come leggiamo nel libro del profeta Michèa; un borgo chiamato a essere il luogo di nascita di colui che “pascerà il suo popolo con la gioia del Signore”. E sarà una giovane e povera ragazza di Nazareth a dare un corpo e un volto all’Emmanuele, Dio con noi. La nascita di Gesù, affermava Benedetto XVI, ci dice che Natale “non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace”.
Già la pace, così difficile da raggiungere in molte parti del mondo. Papa Francesco all’angelus torna a parlare dei conflitti chiedendo che “tacciano le armi e risuonino i canti natalizi”. In Mozambico – “attenzione e preoccupazione” per le notizie che giungono dal paese – verso il cui popolo rinnova il “messaggio di speranza, di pace e di riconciliazione”, auspicando che “il dialogo e la ricerca del bene comune, sostenuti dalla fede e dalla buona volontà, prevalgano sulla sfiducia e sulla discordia”.
Poi l’Ucraina che “continua ad essere colpita da attacchi contro le città, che a volte danneggiano scuole, ospedali, chiese”. Che il Natale possa portare il “cessare il fuoco su tutti i fronti di guerra, in Ucraina, in Terra Santa, in tutto il Medio Oriente e nel mondo intero”. Un pensiero particolare per Gaza, già sabato, parlando alla Curia romana, si era lamentato per il divieto al Patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa di visitare il territorio; visita che poi ha potuto compiere nella mattinata di domenica raggiungendo la parrocchia della Sacra Famiglia per una visita di solidarietà e per la celebrazione del Natale. All’angelus papa Francesco dice: “con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà; ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali… Quanta crudeltà”.
Domenica nella quale i bambini sono in piazza San Pietro con i bambinelli che poi deporranno nel loro presepio, tradizionale benedizione introdotta da papa Paolo VI nel 1969. Parlando dalla cappella della Domus Santa Marta, a causa del freddo e dell’indisposizione – “dispiace non essere con voi in piazza, ma sto migliorando e si devono prendere delle precauzioni” – ha detto di avere con sé il bambinello che gli ha regalato l’arcivescovo di Santa Fé fatto dagli aborigeni ecuadoriani e ha ringraziato i bambini per “questo gesto semplice ma importante. Benedico di cuore tutti voi, i vostri genitori, i nonni, le vostre famiglie. E per favore non dimenticatevi dei vostri nonni. Che nessuno rimanga solo in questi giorni”.
Già prima della preghiera mariana e della benedizione aveva fatto riferimenti ai bambinelli, chiedendo ai fedeli “ringrazio il Signore perché si è fatto uomo come noi, per condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra esistenza? Io lodo il Signore e lo benedico per ogni bambino che nasce? Quando incrocio una mamma in dolce attesa, sono gentile? Sostengo e difendo il valore sacro della vita dei piccoli fin dal loro concepimento nel grembo materno?”
Parole a conclusione della riflessione sul testo di Luca e sull’incontro tra Maria e Elisabetta “due donne felici per il dono straordinario della maternità”. Gioia che “potrebbe sembrare lontana dalla esperienza di tutte le persone”, afferma ancora il vescovo di Roma. Ma il messaggio che l’evangelista vuol darci, a pochi giorni dal Natale, “è diverso”, ovvero ci chiede di “contemplare i segni prodigiosi dell’azione salvifica di Dio” e di “riconoscere la sua presenza e il suo amore vicino a noi, ad esempio nel dono di ogni vita, di ogni bambino, e della sua mamma. Il dono della vita”, perché “nessun bambino è un errore”.
In questi giorni di festa “ricordiamoci – afferma il Papa – di esprimere sentimenti di gioia ogni volta che incontriamo una madre che porta in braccio o in grembo il suo bambino”.