Gli auguri dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero per il Santo Natale
Il messaggio prende spunto dal passo evangelico di Luca (2,12) «Troverete un bambino…» e dalle letterine inviate in queste settimane dai bambini delle scuole elementari della diocesi
Fratelli e sorelle,
alla vigilia del Santo Natale voglio raggiungervi con il mio augurio e la mia benedizione. Nei giorni scorsi ho chiesto ai bimbi della scuola primaria di scrivermi una letterina raccontandomi che cos’è per loro la speranza.
Tutti chiedono la fine delle guerre, sono molto impressionati dalle immagini che vedono in tv. Pensano ai bambini che non solo non avranno regali, non hanno cibo né casa. Si domandano come mai i potenti non si mettano d’accordo, alcuni chiedono al vescovo di intercedere. Disegnano cannoni che sparano fiori, cuori che racchiudono le bandiere delle opposte fazioni, Putin e Zelensky che si stringono la mano.
Anche il cambiamento climatico è al centro dei loro pensieri: sperano che la fabbrica chiuda e che la discarica non riapra. Chiedono agli adulti di fare correttamente la raccolta differenziata e di non abbandonare i rifiuti. Vogliono più alberi e parchi attrezzati e più attenzione per gli animali.
Bullismo e violenza sulle donne sono anch’essi temi sentiti: alcuni hanno scritto di atti di bullismo subiti o a cui hanno assistito. Credono nell’uguaglianza a prescindere dalla religione e dal colore della pelle. Femmine e maschi si esprimono contro la violenza di genere, appaiono molto consapevoli.
Affrontano il tema della salute, temono per la loro e sono molto vicini ai bambini ammalati, alcuni hanno toccato il tema della difficoltà di curarsi.
Qualcuno ha fratelli, o parenti in genere, lontani per studio o lavoro, e ne sente la mancanza.
Si sentono impotenti e chiedono aiuto al vescovo, che ringraziano per l’opportunità di scrivere che gli è stata data, perché si faccia portavoce delle loro speranze.
Quanto abbiamo da imparare! Imparo principalmente la trasparenza con cui accolgono una realtà tutt’altra che fatta di favole. Evidentemente per loro il Natale è consapevolezza dell’amore a differenza di noi adulti, che non facciamo altro che silenziare la nascita rivoluzionaria del Verbo di Dio in mille distrazioni e con i tanti contorni della festa.
Ma c’è una cosa che mi edifica di questi bambini. Non si lamentano, non si scoraggiano, hanno fiducia negli adulti che vogliono loro bene e sono pronti ad impegnarsi per un mondo migliore.
Guardiamo non solo ciò che guardano i bambini, ma chiediamo a Dio di ottenere gli occhi dei bambini. L’annuncio dato ai pastori vale anche per noi. «troverete un bambino». Cosa vede Gesù accogliendoci nella grotta? Vede persone che si sono fidate di un annuncio notturno e si sono messi in cammino. Egli vede uomini e donne che sono sì peccatori ma che desiderano la salvezza tuffandosi nella tenerezza di Dio. Il bimbo giace nella mangiatoia e non riusciremo mai a dare qualcosa di meglio al Salvatore. Ma da un giaciglio ricavato nel rifugio degli animali Dio già manifesta la sua volontà di farsi cibo per l’umanità, sostentamento vero, perché Lui è nutrimento e farmaco.
Così come i bambini delle letterine sono capaci di accarezzare il cuore di chi legge senza ferire pur ricordandoci la miseria del mondo, così la carezza del Bambino Gesù giunga a tutti noi, poiché Egli non venuto a giudicare il mondo ma a salvarlo (cfr. Gv 12,46-50).
È con questo spirito che desidero venga vissuto il Giubileo che apriremo in diocesi il prossimo 29 dicembre nella cattedrale di San Cataldo.
Facciamo come i bambini, diamo la mano alla Speranza, diamo la mano a Gesù che nasce, che viene davvero in mezzo a noi. Non moltiplichiamo le parole ma mettiamoci in cammino, siamo Pellegrini di Speranza.
Vi aspetto per l’inizio dell’Anno Santo.
Buon Natale!
† Ciro Miniero
arcivescovo metropolita di Taranto