Si passa al digitale. Eccolo Davide di fronte a Golia
È così quindi che torniamo a configurarci: leggeri nell’equipaggio ed essenziali nell’obiettivo, con il desiderio di raccontare il mondo attraverso lo sguardo cristiano, sguardo di umanità, di misericordia e di verità che illumina.
Si passa al digitale. Come tutti i cambiamenti questo ha in sé entrambe le tensioni di apprensione e di entusiasmo. Siamo comunque in ritardo rispetto al fatto che il nostro settimanale è sempre stato antesignano rispetto alle novità. La pandemia, il fatto che l’oggetto giornale non potesse “girare” di mano in mano, ha accelerato e reso necessario questo percorso. Dopo la crisi dell’editoria acuita a livelli drammatici nell’ultimo ventennio, in cui il settimanale ha sempre incassato bene i colpi, nel bel mezzo delle bufere di questi tempi, com’è lo stato di salute di Nuovo Dialogo?
Rieccolo ND, per citare una metafora biblica cara a papa Montini, come il giovane Davide di fronte al Golia, che sintetizza quello che un giornale deve essere e affrontare nella complessa attualità. Sprovvisto di armature, Davide, può contare su pochi ciottoli, su una buona mira e su quella sprovveduta incoscienza tipica degli animi giovanili. È così quindi che torniamo a configurarci: leggeri nell’equipaggio ed essenziali nell’obiettivo, con il desiderio di raccontare il mondo attraverso lo sguardo cristiano, sguardo di umanità, di misericordia e di verità che illumina. L’informazione cattolica è tante volte informazione di resistenza. Cerchiamo di resistere, infatti, alla velocità che sacrifica l’approfondimento, alla banalità che sull’altare del sensazionale fa sciacallaggio di volti e storie vere. Abbiamo l’ambizione che nei mezzi smart della condivisione social possiamo accendere il gusto della lettura paziente e lenta.
Ormai tutti, senza distinzione di età, ci affacciamo al mondo con il nostro smartphone. Che su questo davanzale del 2022 mancasse Nuovo Dialogo era un vero peccato!
Ringrazio l’arcivescovo Filippo, pioniere di questo arricchimento (perché il cartaceo per sua espressa volontà rimane con uscita periodica!). Ringrazio la cooperativa Dialogo nella persona del presidente mons. Gino Romanazzi. La nostra gratitudine va a alla Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici, immancabile coprotagonista dei veri passi in avanti dei settimanali diocesani. Il mio personale ringraziamento va alla redazione che seguo ormai da sedici anni, per la passione, la competenza e la fiducia. In ultimo dico grazie a don Mattia Santomarco, giovane prete appassionato di media, che si sta affacciando nel mondo dell’informazione cattolica e che ha coordinato la realizzazione di www.nuovodialogo.com