Don Massimo Caramia, l’angelo dei marittimi

Sull’attività trentennale di don Massimo Caramia a servizio dei marittimi al porto mercantile, ecco una testimonianza di Marisa Metrangolo, presidente dell’“Apostolato del mare’:
“Don Massimo Caramia ha cominciato il suo servizio in favore dei marittimi trent’anni fa, prima da semplice volontario poi da diacono e infine da sacerdote.
Durante la mia presidenza alla Stella Maris, l’arcivescovo mons. Benigno Luigi Papa lo nominò cappellano dell’opera da me presieduta e del porto mercantile. Iniziò la sua attività un po’ in sordina, venendo qualche volta la settimana, fino a quando, constatata la necessità, fu presente tutti i giorni. Tuttora è sulle navi in ogni momento, in aiuto alle esigenze dei marittimi delle più svariate nazionalità, al quale si rivolgono telefonicamente durante la navigazione, prima ancora di giungere in rada. Ognuno, infatti, è in possesso del suo recapito telefonico, che lui concede senza problemi ogni volta che effettua la visita a bordo. Per tutto questo la ‘Stella Maris – Apostolato del mare’, che è la presenza della Chiesa nel porto, assieme alla Migrantes diocesana, lo ringrazia di vero cuore.
Ciò che lo motiva in questo impegno è soprattutto il portare la parola della gioia del vangelo agli ultimi, che sono i componenti degli equipaggi delle navi mercantili. Sono gli ultimi degli ultimi, nessuno li conosce, vengono chiamati ‘i fantasmi del mare’ perché nessuno li vede scendere dalle navi e camminano per le strade: nessuno li riconosce. Sono stranieri in ogni porto, sono di nazionalità, di cultura e religioni diverse, ma tutti però parlano l’inglese che don Massimo parla molto bene, come lo spagnolo l’albanese e un po’ delle altre lingue. Celebra la messa a bordo su tutte le navi, chiedendo preventivamente ai comandanti ed equipaggi se lo desiderano. La santa messa sulle navi è graditissima ai filippini, che sono molto credenti e che vorrebbero sempre partecipare alla celebrazione domenicale in chiesa ma non possono perché sono sempre in navigazione.
La sua dedizione è totale, non si risparmia mai e non lo ferma nessuna difficoltà, che siano malattia o avversità della vita. Il giorno di Natale e quello di Pasqua lo si può sempre trovare a bordo di una nave che sta celebrando l’Eucarestia.
Qualsiasi sia la richiesta di un marittimo (dal medicinale al semplice desiderio di una cioccolata) don Massimo si mette a disposizione, immedesimandosi nel bisogno di quella persona lontana dalla famiglia.
Nessuno conosce veramente e realmente tutto ciò che don Massimo compie per il bene degli ultimi, dei poveri, degli emarginati, dei senza tetto della stazione, dei carcerati, dei drogati, accogliendo nella propria casa chiunque è nel bisogno, trovando le energie necessarie nel compiere tutto ciò nella preghiera incessante e nell’eucarestia, sua forza vitale”.
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