Don Luigi Trivisano: il grande impegno per il nuovo quartiere, Tramontone
Cinquant’anni di sacerdozio per don Luigi Trivisano, di cui trent’anni trascorsi alla guida della parrocchia di Sant’Egidio a Tramontone dove ha lasciato il cuore. Nato a Montemesola il primo dicembre del 1949 da Francesco (contadino poi passato a lavorare in una ditta dell’appalto del centro siderurgico) e da Angela (casalinga), all’età di cinque anni cominciò a servire messa all’allora parroco della chiesa madre don Antonio Piccinni.
Da giovanissimo iniziò il cammino verso il sacerdozio con il suo ingresso dapprima al pre-seminario di Martina Franca e poi a quello in Taranto. Infine, l’ingresso nel Pontificio seminario di Molfetta. Terminati gli studi fu ordinato presbitero in Concattedrale il 30 giugno del 1973. Primo incarico fu quello di vice parroco a Sant’Antonio in Martina Franca, con don Dino Lepraro.
Importanti furono gli anni dal 1974 al 1986, sempre come vicario, trascorsi alla San Pio X, nel rione Italia-Montegranaro. “Fu un periodo importantissimo per la mia formazione sacerdotale con la guida di don Dario Palmisano, cui devo tanto: era un uomo tutto d’un pezzo che sapeva il fatto suo, dalla grande cultura e sensibilità. Con lui realizzammo un sacco di attività, in perfetta armonia: don Dario era la mente e io il braccio”.
Nel 1986, l’arcivescovo mons. Guglielmo Motolese lo nominò, a Tramontone, parroco della nascente “Beato Egidio”, ora “Sant’Egidio”, profetizzandogli che sarebbe stata la più grande parrocchia della diocesi, come lo è in effetti con gli attuali 17 mila abitanti. Grande fu lo sforzo di riunire in un’unica famiglia tutti i residenti nel territorio confinante tra Lama e Talsano. In questo nuovo incarico don Luigi non si limitò alla cura delle anime ma seppe estendere i proprio orizzonti al territorio, collaborando con gli enti competenti per tutte le opere necessarie alla buona qualità della vita degli abitanti. Memorabili furono le sue tirate d’orecchie agli amministratori poco sensibili alle problematiche della sua gente e che si facevano vedere in giro, ricchi solo di promesse, in occasione delle consultazioni elettorali
Sin dall’inizio don Luigi Trivisano ha mostrato amore per la sua gente, visitando le famiglie man mano che arrivavano nei nuovi edifici e rassicurandole che avrebbero sempre potuto contare sul suo aiuto, come in effetti è sempre avvenuto. Soprattutto si è sempre attivato affinché il Tramontone non diventasse un quartiere-dormitorio, promuovendo e sollecitando gli abitanti ad attivare iniziative di socializzazione di qualsiasi genere.
Gli inizi della storia della parrocchia furono pregnanti di significato, pur vissuti all’insegna della precarietà. Come dimenticare le celebrazioni eucaristiche svoltesi nei cortili scolastici nei mesi estivi? E le sante messe di Natale e di Pasqua nella palestra della vicina scuola elementare del XXIV circolo didattico? Ancora si ricordano le prime feste settembrine in onore di Sant’Egidio, allestite con tanti sacrifici e immenso entusiasmo, con le processioni per le nuove strade, fra una pioggia di fiori e volantini colorati.
“La parrocchia è tua: devi amarla e sostenerla, la parrocchia sei anche tu” – amava ripetere don Luigi alla sua gente per stimolarla all’impegno. Rifuggendo dai ringraziamenti per l’opera compiuta, il sacerdote attribuiva il merito di questa opera a sant’Egidio, ricordando che gli avrebbe fatto piacere che il rione portasse il nome del santo: un sogno che stava per essere realizzato e che poi fu abbandonato a causa di innumerevoli quanto inspiegabili contrasti.
Tante soddisfazioni giunsero a don Luigi in questi anni di parrocato, dimostrategli dall’affetto della gente, unitamente a tanti problemi, sacrifici e dolori che gli hanno messo a dura prova il sistema cardiocircolatorio. Ma è così che vanno le cose. Davanti a tante sofferenze quotidiane il cuore di un sacerdote talvolta non regge. E si spezza. Ma il palpito d’amore che ne deriva non finisce mai.