Diocesi

Conversione ecologica e cura del pianeta: il quarto appuntamento del corso di formazione dell’ufficio diocesano Cultura

foto Sir
12 Mar 2025

di Lorenzo Musmeci

L’ufficio diocesano Cultura ha recentemente organizzato il quarto appuntamento del corso di formazione intitolato: ‘I Cristiani nel mondo, pellegrini di speranza’.
L’incontro, che ha sviluppato il tema ‘Conversione ecologica e cura del pianeta’, si è svolto martedì 11 marzo, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.

La cura

Dopo aver brevemente riepilogato i contenuti degli incontri precedenti, il prof. Prenna ha subito ricordato che il sottotitolo della lettera enciclica Laudato si’ di papa Francesco è: ‘Lettera enciclica sulla cura della casa comune’. Da questa premessa è iniziato il suo intervento, mirato a spiegare il significato della cura, della casa comune, dell’ecologia integrale e della conversione ecologica, rispetto al pensiero del nostro pontefice. Ha continuato, dunque, affermando: “La parola cura è legata al mondo della medicina. Heidegger nel 1927 pubblica il libro ‘Essere e Tempo’, in cui riprende il mito della cura come personificazione originaria dell’essere. L’essere è l’assoluto indeterminato del possibile. La determinazione degli enti reali è nell’esserci. L’uomo è l’esserci per antonomasia. Il suo compito è custodire l’essere”.

La casa comune

Il relatore ha dunque spiegato il concetto di casa comune. “L’espressione casa comune ci avvicina al concetto di ecologia. La parola casa non è casuale perché la parola ecologia deriva dal greco oikos che vuol dire casa. Ecologia vuol dire discorso o scienza della casa. Il discorso sull’ecologia è lo sviluppo di come noi dobbiamo curare la casa comune, richiamandoci a un’accezione ‘casalinga’ del mondo”.

L’ecologia integrale

Il prof. Prenna ha analizzato, allora, l’etimologia della parola ecologia: “Il termine ecologia è stato coniato nel 1866 dal biologo tedesco Haeckel. Essa è la conoscenza dell’economia della natura, l’investigazione di tutte le relazioni che intercorrono tra gli animali e il loro ambiente, organico e inorganico. A questa concezione naturalistica, papa Francesco ne contrappone una antropologica, dilatando il concetto di ecologia a tutti gli organismi viventi. Si parla, allora, di ecologia integrale e, leggendo il testo dell’enciclica, è possibile chiarire questo concetto: 138. L’ecologia studia le relazioni tra gli organismi viventi e l’ambiente in cui si sviluppano. 139. Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita”.

La conversione ecologica

L’incontro è proseguito con la lettura di alcuni numeri dell’enciclica Laudato si’ e, in particolare, della sezione dedicata alla “Conversione ecologica”. La parola conversione, dal greco, vuol dire cambio di mentalità e in questa accezione è utilizzata dal papa. A questo proposito è utile il riferimento al paragrafo 217 dell’enciclica: “Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana”.

Il riposo della terra

Ricordano l’importanza di rimanere legati al contesto giubilare, il professore ha affermato: “I tre grandi gesti che la tradizione ebraica del Giubileo era solita praticare, secondo il Levitico, erano: il riposo della terra, la remissione dei debiti e la liberazione degli schiavi. Nel Levitico, infatti, si legge: Ma il settimo anno sarà un sabato, un riposo completo per la terra, un sabato in onore dell’Eterno; non seminerai il tuo campo, né poterai la tua vigna (Lv 25,4). Il rimando al sabato è evidente, indica il riposo da dedicare al Signore e la necessità di fare memoria del modo di agire di Dio, che ha donato la terra a tutti, dando a ciascuno il compito di curarla. L’anno giubilare serve a riconoscere che la terra è dono di Dio e che l’uomo è chiamato a custodirla, non a sfruttala selvaggiamente”.

I limiti dello sviluppo

Come ha ricordato il relatore: “Negli anni Settanta del secolo scorso, il gruppo di Roma che faceva capo a Peccei aveva elaborato un documento dal titolo ‘I limiti dello sviluppo’. In questo documento si lanciò l’allarme sul rapido consumo delle risorse naturali. Rispettare la terra, allora, è il modo più responsabile per prendersene cura. Infatti, la terra è di tutti e nessuno può averne il possesso esclusivo”.

Il prossimo incontro

Il prof. Prenna ha concluso annunciando che il prossimo incontro del corso di formazione tratterà il tema: I cristiani e il potere politico’. L’appuntamento è per martedì 22 aprile, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino. Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/

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