‘Liturgia & Sinodalità’, presentazione del libro di mons. Marco Gerardo

Mercoledì 26 marzo alle ore 18.45 nel salone di rappresentanza dell’amministrazione provinciale, in via Anfiteatro, mons. Marco Gerardo, direttore dell’ufficio diocesano per la liturgia e parroco al Carmine di Taranto, presenterà il suo ultimo libro intitolato ‘Liturgia & Sinodalità’, pubblicato dalla casa editrice Clv (Centro liturgico vincenziano).
Interverranno l’arcivescovo mons. Ciro Miniero, il vescovo di Cerignola nonché delegato della Conferenza episcopale pugliese per la liturgia, mons. Fabio Ciollaro, e don Mauro Dibenedetto, segretario della commissione liturgica regionale.
La serata sarà aperta con un ricordo del compianto arcivescovo mons. Benigno Luigi Papa nel 64.mo anniversario di sacerdozio.
Alcune informazioni sul libro
Nel testo vengono valorizzati, come luoghi propri di formazione di uno stile sinodale:
- la ministerialità liturgica: nessun ministero – neppure quello dei presbiteri – può bastare a sé stesso né tantomeno assorbire gli altri. Solo il convergere di tutti i ministeri verso l’unico centro della celebrazione, che è Cristo, fa “funzionare” il rito liturgico. Così nella Chiesa: solo il convergere della partecipazione di tutti i battezzati nell’unica missione ecclesiale fa “funzionare” la stessa vita della Chiesa;
- l’architettura liturgica: è forse il segmento più innovativo del testo. Finora l’architettura liturgica è stata studiata nei suoi elementi simbolici a sé stanti, ricavando il loro ruolo semantico. In questo studio l’autore evidenzia che i differenti elementi strutturali dell’edificio ecclesiale vivono in una continua tensione relazionale, arricchendosi reciprocamente di significato. Così, nella vita della Chiesa tutte le realtà (singoli e comunità, gerarchia e popolo di Dio, servizi e ministeri…) vivendo in una costante tensione relazionale si arricchiscono reciprocamente;
- la pietà popolare: si tratta della rielaborazione di un contributo che l’autore aveva preparato per il Catalogo di una mostra, legata alla pietà popolare dell’Italia meridionale in merito alla Passione di Cristo. Il catalogo fu inviato al Papa che lo apprezzò così tanto da inviare uno scritto autografo di ringraziamento e di apprezzamento. In questo segmento del testo si dimostra come la pietà popolare e le sue ricche e tradizionali espressioni permettano alla celebrazione ed alla vita ecclesiale di mantenere il loro radicamento “popolare”, senza pervertirsi in espressioni o forme clericali o elitarie.
Temi fondamentali
- La liturgia come scuola di sinodalità
- La celebrazione liturgica non è solo espressione della Chiesa, ma ne è anche un luogo formativo, un’esperienza che plasma la comunità secondo uno stile sinodale.
- La liturgia, se vissuta con autenticità, è la prima e fondamentale scuola di discepolato e fraternità.
- Rivalutazione del rito e superamento del sospetto anti-rituale
- L’autore critica il persistente pregiudizio nei confronti del rito liturgico, spesso visto come secondario rispetto alla catechesi e alla pastorale.
- Sottolinea che la liturgia è teologia “dal rito”, ossia non solo oggetto di riflessione, ma una realtà che educa in modo performativo.
- Il ruolo mistagogico della liturgia
- Viene recuperato il metodo mistagogico, proprio della tradizione patristica, che collega Scrittura, liturgia e vita, mostrando come la celebrazione liturgica sia un’esperienza che forma alla comunione.
- Si evidenzia il valore della “performatività” della liturgia: non solo insegna la fede, ma trasforma la vita dei credenti.
- L’assemblea celebrante come modello di Chiesa sinodale
- Viene ribadita la centralità dell’assemblea liturgica come soggetto ministeriale, superando la contrapposizione tra clero e laici.
- La partecipazione attiva non è solo questione di ruoli visibili, ma coinvolge tutto il popolo di Dio nella comprensione e nell’esperienza del mistero celebrato.
- L’osmosi tra liturgia ed ecclesiologia
- La forma della Chiesa sinodale non può prescindere dalla liturgia: la celebrazione è l’espressione visibile della comunione ecclesiale e il luogo in cui la comunità cristiana fa esperienza della sua identità.
Intuizioni teologiche innovative
- Riformulare la sinodalità a partire dalla liturgia: l’autore suggerisce che la sinodalità non si costruisce solo attraverso dibattiti e assemblee, ma si apprende primariamente nella celebrazione, che è già esperienza vissuta di cammino comune.
- La liturgia come atto teandrico (divino-umano): non è solo un’azione comunitaria, ma un evento in cui Cristo stesso è il celebrante, rendendo presente il mistero pasquale. La celebrazione permette di recuperare il cristocentrismo liturgico ed ecclesiologico. Nessuna sinodalità sarà possibile se Gesù non è esplicitamente il centro unico della Chiesa, della sua vita e di tutte le sue dimensioni.
- Superare l’opposizione tra rito e vita: la celebrazione liturgica non è un momento separato dalla vita cristiana, ma ne è il cuore pulsante, il luogo in cui il credente è educato alla comunione con Dio e con gli altri.
- Prospettiva mistagogica contemporanea: viene proposta una rinnovata mistagogia che non si limiti alla spiegazione dei riti, ma che mostri come la liturgia trasforma la vita e il modo di pensare dei credenti, preparando la Chiesa a essere realmente sinodale.
In sintesi, il testo propone una visione ecclesiologica fortemente radicata nella liturgia, dove la sinodalità non è un concetto astratto, ma una forma di vita che si apprende nella celebrazione stessa. La liturgia è il luogo in cui la Chiesa si forma, si riconosce e si proietta nel futuro, diventando segno e strumento del Regno di Dio.
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