L’eccellenza ‘migrante’ a scuola
La scuola è una delle risorse principali da impiegare per costruire il dialogo tra diversità culturali, per colmare i divari dovute alle disuguaglianze, per offrire opportunità, per inserire i più fragili e più vulnerabili
Con questa consapevolezza può essere interessante leggere alcuni dei risultati contenuti nel Rapporto Ismu intitolato: “Alunni con background migratorio. Generazioni competenti”.
Importante iniziare dalla denominazione scelta: alunni con background migratorio. Ci aiuta a comprendere meglio di chi stiamo parlando. Amplia il nostro sguardo per dirigerlo verso alunni con di origine immigrata, che potrebbero però essere anche nati in Italia, ad esempio.
L’obiettivo del rapporto è quello di “evidenziare i talenti e le competenze che caratterizzano gli alunni con background migratorio cruciali per il loro successo scolastico e biografico e per lo sviluppo dei territori in cui crescono”.
Un elemento critico segnalato già nella presentazione delle due studiose Erica Colussi e Mariagrazia Santagati, che hanno curato il Rapporto, è a difficoltà di partenza di questi bambini e ragazzi. Le loro famiglie, infatti, faticano a essere di supporto: la loro lingua madre, i titoli di studi conseguiti in precedenza, le esperienze molto spesso non sono considerate nel paese di accoglienza. Eppure l’esperienza migratoria può avere effetti positivi, perché la storia personale può trasformarsi in una risorsa per l’apprendimento, quando emerge la creatività, il coraggio per superare gli ostacoli si modellano capacità di azione per migliorare la propria vita e così emergono competenze non cognitive che aiutano l’adattamento in una nuova situazione.
Un aspetto positivo evidenziato dalla ricerca è “il diritto all’eccellenza”. Spesso l’attenzione nelle ricerche sugli studenti con background migratorio è concentrata sulle difficoltà, sulle carenze, sugli insuccessi. Una parte del report, invece, è dedicata agli “studenti resilienti” che pur provenendo da famiglie svantaggiate raggiungono l’eccellenza, considerata tale perché unisce al raggiungimento di risultati ottimi sulle competenze cognitive, il conseguimento di risultati altrettanto soddisfacenti nelle competenze non cognitive. Si riesce così a portare alla luce e analizzare i percorsi di successo scolastico e formativo per evidenziare da un lato alcune potenzialità e dall’altro combattere i pregiudizi sui risultati scolastici, che a volte finiscono per “condannare” a priori alcuni studenti.