Accordo sul grano, Cutelli (Wfp): “Sospensione è choc inutile per 345 milioni di persone che soffrono la fame acuta”
“La sospensione dell’accordo sul grano tra Russia e Ucraina è uno choc inutile per 345 milioni di persone che al momento soffrono la fame in maniera acuta nel mondo. Di cui 153 milioni sono bambini”. Lo afferma al Sir Emanuela Cutelli, responsabile della comunicazione per l’Italia del World food programme, il Programma alimentare delle Nazioni Unite presente in 123 Paesi e operativo in più di 80 per contrastare la fame nel mondo. Cutelli ha partecipato al Summit sui sistemi alimentari in corso fino al 26 luglio alla Fao, organizzato a Roma dal governo italiano insieme alle tre agenzie Onu del polo alimentare romano (Fao, Ifad e Wfp). “Ovviamente siamo molto preoccupati per il mancato rinnovo dell’accordo sul grano, con la decisione della Federazione russa di ritirarsi – dice Cutelli -. L’accordo ha permesso l’esportazione di cibo dai porti ucraini ed è servito a calmierare i prezzi del cibo sui mercati globali. Questo ha portato beneficio a tutto il mondo. Sia ai Paesi che ricevevano direttamente il cibo dall’Ucraina, sia a quelli che beneficiavano dei prezzi più bassi del cibo nelle loro importazioni. Grazie a questo accordo nell’ultimo anno sono stati movimentati 32 milioni di tonnellate di grano e altri alimenti di base in 45 Paesi. Noi abbiamo avuto 24 navi che hanno attraversato il Mar Nero sotto l’egida di questa iniziativa, a sostegno delle nostre operazioni sul campo, per fare fronte all’insicurezza alimentare in moltissime parti del mondo, soprattutto Paesi dell’Africa (Corno d’Africa), Afghanistan e Yemen”. Nel corso dei mesi dell’iniziativa sul grano, prosegue, “noi abbiamo acquistato 725.000 tonnellate di grano per le nostre operazioni”.
“Aumentare i prezzi sui mercati globali – ricorda – ha conseguenze drammatiche su queste popolazioni, già colpite da una combinazione di choc: conflitti, cambiamento climatico, conseguenze economiche della pandemia, rallentamento dell’economia globale, tassi incredibilmente alti di inflazione, come in Libano, Venezuela, Zimbabwe ed Argentina”. Il Wfp auspica che “si ricostituiscano i canali intorno ad una continuazione dell’accordo, che ha aiutato moltissimi Paesi e milioni di persone a non peggiorare l’insicurezza alimentare. Il nostro compito è fare in modo che sempre più persone abbiamo accesso a cibo nutriente e sufficiente per una vita in salute. Ci auguriamo che si possa continuare questo accordo e che i prezzi scendano di nuovo”. Quest’anno il Wfp prevede di raggiungere 171,5 milioni di persone e ha bisogno di 25,1 miliardi di dollari, ma manca ancora il 60% dei fondi. “Nel 2022 abbiamo realizzato un record di persone raggiunte, 160 milioni, ossia il 25% in più rispetto al 2021”, spiega Cutelli. “Questo significa che i bisogni stanno aumentando sempre di più e rapidamente”, mentre si ostacola “la nostra capacità sul campo di rispondere a sfide crescenti di fame e malnutrizione”. “I tagli di oggi all’assistenza umanitaria aumenteranno inevitabilmente i bisogni di domani – sottolinea -. È una tempesta perfetta che continua ad imperversare in moltissime parti del mondo, soprattutto le più fragili e povere, che hanno meno strumenti per rispondere a questa drammatica crisi. Dobbiamo fare in modo che l’assistenza alimentare di emergenza venga aiutata invece da una assistenza più a lungo termine. Rispondere alle emergenze è inevitabile ma altrettanto urgente è rispondere alle cause alla base dell’insicurezza alimentare”.