C’era una volta il Giro d’Italia: la Puglia snobbata dalla corsa, che quest’anno parla ungherese
Va bene che la Penisola è lunga. Che non si può accontentare tutti, né richiedere ai corridori sforzi disumani, più di quelli che sono già abituati a fare; va bene che il Giro d’Italia ha attraversato in tempi recenti Taranto, nel 2020, quando la corsa rosa si tenne eccezionalmente nel mese di ottobre, dopo lo choc del grande lockdown; ma la scelta del tracciato della edizione numero 105 della gara a tappe, il fatto che si parta in Ungheria e che la Puglia intera venga snobbata, è alquanto discutibile, a parere degli appassionati. Parliamo di una manifestazione capace di andare ben oltre lo sport rappresentato. Il Giro, infatti, è occasione di promozione del territorio e del paesaggio, dell’enogastronomia o dell’arte. Ce ne sarebbero di inediti da esplorare e valorizzare. Perché l’Italia è ricca assai. È in questa logica che bisognerebbe sempre ragionare; e invece la corsa rosa, quest’anno, parte in terra ungherese, dove si terranno le prime tre tappe.
APPUNTAMENTO IN TV SU EUROSPORT E RAI. Si comincia venerdì 6 maggio, di primo mattino con “Aspettando il Giro”, alle ore 11.30 su RaiSport HD. Diretta quotidiana per tre settimane dalle 14 su Rai2. Ventuno tappe, 3445 chilometri, un dislivello complessivo di 50.580 metri. Ventidue squadre da otto corridori per un totale di 176 in gara. Sono i numeri del Giro 2022. Che va seguito fedelmente, in ogni caso. Partenza da Budapest e arrivo all’Arena di Verona, domenica 29 maggio. C’è il Mortirolo (versante di Monno) come arrivo in salita e il Pordoi tra le montagne più famose da scalare. I riflettori, tra i 45 italiani, sono puntati su Vincenzo Nibali. Non mancherà l’inossidabile Domenico Pozzovivo che è riuscito a trovare squadra nella belga Intermarché Wanty Gobert idem. Tra i grandi assenti, il campione del mondo a cronometro Filippo Ganna.
AMARCORD, IL GIRO A TARANTO – Fortunati, nel secolo scorso, gli anni Novanta: nel ’95 il capoluogo ionico fu sede di arrivo, quando si impose Nicola Minali. Si replicò dopo soli due anni. A vincere fu il grande Mario Cipollini, re dello sprint sul lungomare. Successivamente qualche fugace passaggio, l’ultimo nel 2020, nella tappa più veloce della storia del Giro d’Italia. Da Matera a Brindisi, infatti, complice il vento alle loro spalle, i corridori volarono alla media di 51,234 km/h. Nel 2014 l’ultima volta che si scelse la partenza da Taranto, in una tappa che si concludeva in Basilicata, a Viggiano.