Ma se avessero tanto danaro, partirebbero?
Quando la notizia è giunta, in diversi – compreso chi scrive – hanno pensato che si trattasse di un’interpretazione sbagliata, di un errore che la presidenza del Consiglio oppure il ministero dell’Interno, di lì a poco, avrebbero corretto o di una esagerazione che sarebbe stata ridimensionata. No, è proprio così. Il secondo pensiero è stato: “È la commemorazione dell’anniversario!”. Dieci anni fa, il Mediterraneo fu lo sfondo di un naufragio che ha lasciato una ferita sanguinante, mai cicatrizzata, mai rimarginata: il 3 ottobre 2013, vicino al porto di Lampedusa, poco lontano dall’isola dei Conigli, un barcone partito dalla Libia affondò, provocando la morte di 368 persone e lasciando per sempre negli abissi i corpi di un’altra ventina di esseri umani. La notizia è che i benestanti che raggiungono irregolarmente il nostro Paese potranno fare a meno di finire come i poveracci nei Centri di permanenza per il rimpatrio, che hanno sostituito i vecchi CIE e che sono oggetto, da diversi giorni, di un furibondo scontro politico. Chi se lo può consentire o può fare affidamento su qualche finanziatore generoso, o meglio, interessato, potrà versare cinque mila euro, per la precisione, 4938 euro, e rimarrà libero lasciando al loro destino gli sventurati compagni di sorte con cui è arrivato in Italia. Si comprerà con banconote, alla fine, quel diritto che ai rifugiati “normali” viene negato dallo Stato italiano in spregio delle leggi internazionali, della Costituzione e del buon senso. È quanti riportato nel decreto che il ministro Piantedosi ha ordinato che fosse reso noto, senza una riga di commenti, con la sola indicazione burocratica di “disposizioni” di carattere finanziario sul trattamento dei soggetti da restringere nei CPR. Inconsapevole disattenzione oppure cassa per l’erario? Quale che sia la risposta, è un provvedimento che si commenta da sé. Ora la raffica di interrogativi. Ma chi rischia la propria vita attraversando il deserto e il Mediterraneo lo fa per affetto verso i propri sterminati capitali depositati nei caveaux delle banche svizzere? Ma davvero si può continuare a rubare agli altri solo il peggio del peggio, vedasi la scarcerazione su cauzione del sistema penale degli Stati Uniti? Non si corre il rischio di favorire le organizzazioni criminali dei trafficanti di esseri umani che si convertiranno all’usura? È una brutta pagina della Storia, non soltanto della nostra, ma di quasi tutto l’Occidente. È una pagina nella quale è apparsa, ancora una volta, la incapacità di comprensione dei fenomeni migratori, che, alla luce dei fatti, non si possono fermare. Sono come i sismi: non si possono prevedere e si può solo ricorrere a adeguate tecniche di costruzione per limitare i danni e salvaguardare l’incolumità di persone e di cose. Non basta: poco dopo la partenza dall’Italia del presidente tedesco Steinmeier, che aveva ascoltato e pronunciato insieme al presidente Mattarella parole equilibrate e ragionevoli sulla necessità di gestire in maniera ragionevole e umana il fenomeno dell’immigrazione, Nancy Faeser, la ministra dell’Interno del governo Scholz, ha dato comunicazione di un nuovo fermo dei trasferimenti secondari di profughi dall’Italia, cioè di migranti entrati come primo sbarco in Italia. Mattarella, alla presenza dell’ospite tedesco, aveva pronunciato parole chiarissime sul protocollo di Dublino (“è uno strumento del pleistocene”) e sulla necessità di impegnarsi per sorpassare un regolamento che è stato varato nel 1993, “in un’altra epoca storica”. Soltanto il superamento di Dublino consentirebbe di porre sul tappeto almeno la premessa essenziale per ottenere quello che da tante parti si pretende a tutti i costi: una assunzione collettiva di responsabilità europea, fondata sul fatto che chiunque entra in un paese dell’Unione entra in realtà in Europa e l’Europa, le sue istituzioni, i suoi governi, devono essere in grado di organizzarne la gestione. Siccome fermare gli arrivi non è possibile, l’unica soluzione che si vede è quella di ammucchiare i profughi nei CPR e aumentare fino a un anno e mezzo il periodo in cui è negata loro la libertà. A meno che non si tratti di persone con i soldi in grado di pagare la cauzione o si tratti di possibili soldati che le organizzazioni criminali si compreranno, scegliendo per chi tirare fuori i soldi. La pagina finale è un coro di lamenti contro l’intenzione del governo tedesco di erogare 800 milioni di euro a Sos Humanity, una ONG operativa nel salvataggio di profughi in mare, e con altri 400 milioni di euro a una che assiste i migranti arrivati in Italia. Se avessero aspettato sarebbe stato meglio: i finanziamenti andranno alla Comunità di Sant’Egidio, le cui attività assistenziali sono molto apprezzate in tutto il mondo. Intanto papa Francesco da Marsiglia è tornato a ricordare il dovere dei salvataggi in mare e ha ringraziato gli equipaggi delle navi delle ONG. Dubbio: blocco ferroviario della Stazione Vaticana o blocco fluviale del Tevere?