Presente l’arcivescovo, inaugurato l’anno formativo del seminario
Ha avuto luogo lunedì sera, presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero, la cerimonia per l’avvio dell’anno formativo al seminario diocesano di Poggio Galeso.
“Desidero esprimerle, anche a nome di don Lucangelo e di don Francesco, profonda gratitudine per aver accolto con entusiasmo l’invito a condividere con noi questo momento di gioia – ha riferito il rettore don Francesco Maranò nel saluto all’arcivescovo -. Il luogo che ci accoglie, questa cappella in modo particolare, è stata per decenni il grembo fecondo in cui si sono sviluppate e sono cresciute centinaia di vocazioni alla vita presbiterale e anche alla vita familiare. Ancora oggi, il seminario rimane il cuore della nostra diocesi, il luogo in cui vengono coltivati germi buoni di vocazione, un tempo fecondo in cui lasciar risuonare la voce del Maestro che nella storia continua a chiamare uomini e donne a seguirlo sulla via del Vangelo per costruire il sogno del suo regno sulla Terra”.
Sollecitato dai ragazzi, l’arcivescovo ha raccontato la sua storia vocazionale, iniziata con l’ascolto della testimonianza offerta da alcune suore nel suo quartiere di origine, Barra, a Napoli. Il suo cammino verso il sacerdozio, ha detto, non è stato privo di difficoltà, ogni volta affrontate e superate con l’aiuto della preghiera e della fraternità. Augurando quindi un buon lavoro ai sei ragazzi alle prese con questa esperienza, egli ha detto: “La chiesa è una comunità che supera tutti i continenti. Ne dovete fare esperienza. A volte siamo tentati di chiuderci nel nostro guscio, pensare solo a noi, ritenendo di essere noi il centro dell’universo. Invece, nell’esperienza ampia, a 360 gradi, dobbiamo percepire sempre di più che noi siamo la Chiesa, perché viviamo insieme. Quando diciamo “Credo la Chiesa”, ci riferiamo alla comunità di tutti i credenti, di tutti i tempi, prima di noi e dopo di noi, dove ci siamo anche noi. Però di questa comunità dobbiamo farne esperienza”.
Esaminando il concetto di fraternità, mons. Miniero ha continuato: “Dobbiamo allenarci ad accogliere tutte le persone che ci sono accanto, anche se non è facile a causa di fattori naturali come la timidezza che ci porta a chiuderci in noi stessi, ma anche a causa della presunzione, di un atteggiamento altezzoso. Dobbiamo allenarci invece a guardarci nel cuore, aprendoci l’uno all’altro. Dunque è importante vivere un’esperienza di fraternità tra di voi, con i sacerdoti che stanno nel seminario, con quanti lo frequentano e nelle vostre parrocchie. Una fraternità con un orizzonte che non ha confini: queste non sono parole. Si vede subito nella vita se mettiamo confini”.
Quindi, l’augurio di buon lavoro ai seminaristi. Eccone i nomi e le parrocchie di provenienza: Giuseppe Lonoce (San Giovanni Battista di Monteiasi), Pierpaolo Galiano (Maria Ss. del Monte Carmelo di Grottaglie), Matteo Ladiana (San Giuseppe Moscati del quartiere Paolo VI), Alessandro Larocca (Madonna del Rosario di Statte), Francesco Antonazzo (Santa Maria della Croce di Montemesola) e Luca Locorotondo (Santa Maria Goretti di Crispiano).
Ha fatto seguito la celebrazione della santa messa presieduta dall’arcivescovo e concelebrata dagli educatori don Francesco Maranò, don Francesco Mànisi, don Lucangelo de Cantis, dai parroci dei ragazzi e dai sacerdoti della casa del clero, ubicata nel medesimo seminario.
La serata, cui hanno partecipato le famiglie dei seminaristi e rappresentanze delle loro parrocchie di provenienza, è stata conclusa da un momento di festa e di condivisione.