La Festa dei popoli 2022 nel segno della pace e della fratellanza
In questo periodo di grande instabilità sociale alimentata dalla continua minaccia dell’espandersi del conflitto bellico che ha colpito l’Ucraina ad opera dell’esercito russo, si innesta il desiderio di condividere e promuovere con forza i valori della pace, della solidarietà, dell’integrazione e della condivisione tra tutte le etnie e i popoli della Terra.
Con queste forti premesse e sentiti auspici è stata vissuta la diciottesima edizione della “Festa dei Popoli”: culture, etnie diverse, costumi colorati, donne, famiglie, bambini, hanno sfilato e festeggiato a Taranto in Concattedrale con l’impegno e la promozione dell’ufficio diocesano Migrantes della città jonica.
È stato un evento sociale in una connotazione di identità spirituale: l’arcivescovo di Taranto mons. Filippo Santoro, ha presieduto la santa messa eucaristica a cui hanno partecipato molte comunità cristiane di rito cattolico ed ortodosso accompagnate dai sacerdoti in rappresentanza di Ucraina, Polonia, Albania, Sri Lanka, Eritrea, Congo, Romania. “La pace non si ottiene con la guerra o con gli armamenti, ma con il cambiamento del cuore”.
“Nell’amore non ci sono limiti e non ci sono confini, bisogna amarsi come Dio ci ha insegnati nel momento in cui ha detto amatevi l’un l’altro come io vi ho amati” così monsignor Filippo Santoro, nell’omelia, giunto al suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Durante la messa la prima lettura è stata recitata in lingua ucraina, il salmo in lingua dello Sri Lanka, la seconda lettura in lingua polacca. Ad animare con suoni e canti la musica e la voce della corale diocesana del Rinnovamento nello Spirito Santo, gruppo di preghiera presente in Italia che quest’anno festeggia il giubileo d’oro, ovvero cinquant’anni di evangelizzazione, preghiera, opere missionarie, attività di solidarietà, sostegno spirituale alla chiesa.
Emozionante e vibrante la coreografia di bandiere portate dai bambini lungo il corridoio della chiesa, le voci e i canti in rito ortodosso e bizantino si sono uniti tutt’uno con l’atmosfera vissuta durante la messa eucaristica.
“Vogliamo essere vicini al popolo ucraino, pregare per la pace, andando con lo sguardo oltre l’Europa, senza trascurare le decine di conflitti sanguinosi in tutto il Mondo” le parole di Marisa Metrangolo, direttore della Migrantes diocesana.
Taranto accoglie da sempre famiglie che scappano da terre desolate e da guerre: dall’inizio del conflitto bellico, 590 profughi ucraini hanno trovato ristoro ed accoglienza nella nostra città.
Il momento di festa è culminato lungo il cortile frontale della Concattedrale dove ancora la danza, la musica, i bambini, le famiglie delle tante comunità presenti, hanno animato uno stupendo pomeriggio assolato, hanno contagiato ed infiammato il cuore di tutti i presenti, hanno sviluppato e rafforzato la convinzione degli ideali della integrazione e della accoglienza, aspetti fondamentali che devono sostituire l’odio e la guerra, per dare spazio al dialogo ed alla pace tra tutti i popoli.