Regina della Puglia: Caterina Bello asso pigliatutto
Pedala più forte di tanti uomini. E non si accontenta di essere la più veloce tra le donne: tornata ai livelli delle stagioni pre-Covid, Caterina Bello ha uno spirito altamente competitivo, e non vuole smettere di crescere, interpretando la bicicletta come sfida e insieme strumento di benessere che giova alla salute. Senza tralasciare la dimensione sociale dello sport nel senso più nobile. La ciclista martinese in forza al Team Pedale Elettrico è bella da vedere in sella alla bici da corsa: composta e accorta, la sua agilità è come un balzo felino che raggiunge il plotone di testa dalle retrovie. Il 2023 le ha ridato una nuova consapevolezza, spiega in questa intervista.
Caterina Bello, tanti successi per te in questa stagione: ti sei aggiudicata, tra l’altro, le due più importanti corse a tappe che attraversano la regione (Cicloamatour, Giro dell’Arcobaleno). Il bilancio, immaginiamo, è positivo. Vero?
“Certo. Le vittorie sono state numerose: ho partecipato a tante manifestazioni, e sono riuscita ad aggiudicarmi quelle corse importanti in Puglia, con alcune tappe nelle regioni limitrofe. Direi che il bilancio è assolutamente positivo”.
Ad accrescere il valore delle tue vittorie, l’incremento della partecipazione femminile: vediamo sempre più donne alle corse. Nel bene e nel male, cosa hai imparato dalle tue “colleghe”?
“La considerazione è corretta: l’incremento della partecipazione femminile va letto come un messaggio importante. Sempre più ragazze partecipano a queste bellissime manifestazioni, e spero vivamente che anche nella mia regione si cresca ancora in questa direzione fino ad organizzare delle gare solo al femminile. Quanto alle mie colleghe, direi che sì, nel bene o nel male si impara sempre qualcosa ad ogni gara a cui si partecipa. È bello condividere le tensioni che precedono lo start, ad esempio. E anche l’adrenalina post gara, confrontarsi poi con le varie esperienze vissute”.
In una precedente intervista confidasti di aver avuto non poche difficoltà al rientro in gruppo, dopo che, per tre anni, eri stata lontana dalle competizioni. Come le hai vinte?
“Poco per volta: rimettendomi in gruppo sono riuscita ad avere meno difficoltà, ma resto sempre molto prudente, e cerco di non rischiare mai troppo, per quanto possibile. Penso che solo partecipando alle varie manifestazioni si riesca ad acquisire sempre più confidenza e feeling con il gruppo”.
Cosa farai nei prossimi giorni? Sempre in sella, o pensi di concederti un po’ di meritato riposo?
“Sempre in sella, sicuramente. Io vado in bici per il piacere di pedalare e di fare del sano sport: il ciclismo resta sempre il mio sport preferito, non ne potrei fare a meno, se non per motivi indipendenti dalla mia volontà. Compatibilmente con gli impegni lavorativi, vorrei partecipare a qualche altra manifestazione in programma nei prossimi giorni. Per riposare ci sarà tempo!”
La stagione scorsa terminò prima, ahinoi, dopo l’incidente che diede la morte a Massimo Ferilli in una granfondo. Quest’anno hai notato qualche miglioramento sul piano della sicurezza per i corridori?
“Quell’esperienza ha lasciato un segno indelebile in tutti noi. Ma penso che gli organizzatori facciano davvero il possibile per farci divertire, e gareggiare in tutta sicurezza. Sta a noi rispettare il codice della strada: bisogna riconoscere che tante volte, anche con le strade chiuse al traffico, non si possono controllare tutti gli accessi privati. Penso che i campionati Cicloamatour e Giro dell’Arcobaleno siano sempre abbastanza sicuri. Sta a noi, ripeto, essere prudenti, e calcolare laddove possibile anche l’imprevedibile”.
Lo sport non è soltanto agonismo: a fine mese, dal 26 al 28 ottobre, prenderai parte al progetto momtomom23 di #iopedaleròperte. Spiegaci un po’ di cosa si tratta, e perché hai scelto di dare il tuo supporto a questa iniziativa.
“#iopedaleròperte è una manifestazione sportiva benefica svolta lo scorso anno, che adesso prende il nome di #momtomom23, si tratta di una pedalata da Brescia a Taranto: l’obiettivo è la raccolta fondi a favore dell’Associazione Genitori di Taranto Onco-Ematologia. Io ho cercato nel mio piccolo di dare un contributo anche attraverso l’aiuto alla vendita dei cappellini. Ho deciso di dare supporto a questa iniziativa perché me lo ha chiesto l’organizzatore Pasquale Marinelli e, per un fine così importante, non potevo che condividerla”.