Don Francesco Tenna: “Pentecoste nel segno della comunità”
Proprio in queste ore nella parrocchia Spirito Santo, in zona Taranto due, terminano gli attesi festeggiamenti di Pentecoste, con la messa, presieduta dal primo sacerdote la cui vocazione è nata in questa comunità, don Luca Lorusso e la processione per le vie limitrofe, il tradizionale momento di festa all’esterno, stavolta con lo spettacolo comico di Uccio De Santis, i fuochi d’artificio. La festa di una solida comunità che si è costruita e rafforzata negli anni e che accoglie tante nuove famiglie di giovani coppie con figli. Dopo il lungo periodo sotto la guida di don Martino Mastrovito, da un anno l’incarico di amministratore parrocchiale è affidato a don Francesco Tenna, che i suoi parrocchiani non esitano a definire “un vulcano di idee e di entusiasmo”. Con lui, il vice parroco don Luis Antonio Antonazzo e il diacono Antonio Di Reda. Arrivato da diacono la sera del 7 dicembre del 2015 come collaboratore parrocchiale, don Francesco è diventato sacerdote il 28 dicembre del 2016 rimanendo nella parrocchia di Taranto due come viceparroco fino alle fine dell’estate del 2019. Poi l’esperienza di formatore nel seminario minore arcivescovile di Poggio Galeso e da un anno il ritorno allo Spirito Santo. “Ci siamo preparati a questa festa, che torna dopo il Covid19, con una settimana di riflessione spirituale. Ogni sera – spiega don Francesco – abbiamo ospitato un sacerdote diverso, sul tema della funzione dello Spirito Santo nella comunità cristiana. Con ciascuno abbiamo approfondito i diversi atteggiamenti che siamo chiamati a sviluppare: la testimonianza, la comunione, l’impegno, la profezia. I festeggiamenti sono iniziati venerdì scorso con la cena comunitaria a base di tubettini con le cozze e un momento di animazione tra noi con canti, balli. Ieri sera invece la veglia di Pentecoste, uno spazio di preghiera per la comunità, dedicato anche ai volontari impegnati in queste giornate così intense. Questa mattina abbiamo portato la banda nelle zone più esterne e periferiche del quartiere, con l’Orchestra di Fiati santa Cecilia Città di Taranto, diretta dal maestro Giuseppe Gregucci. Poi con i bambini, alla fine della Messa delle 10.00, abbiamo fatto volare i colombi, simbolo dello Spirito Santo ma anche della pace, della fraternità. Alle 17.00 la Messa presieduta da don Luca Lorusso, poi la processione per il quartiere, gli sbandieratori, la sagra della salsiccia, lo spettacolo di Uccio De Santis e infine i fuochi d’artificio”. I momenti di festa proseguiranno fino all’8 giugno, quando verranno celebrati i 20 anni dall’inaugurazione della nuova chiesa (prima per le celebrazioni eucaristiche veniva utilizzato l’auditorium accanto e ancora prima una piccola chiesetta oggi demolita, su viale Jonio) e sarà mons. Benigno Papa a celebrare la Messa(ai tempi era arcivescovo della diocesi di Taranto, ndr). Quel giorno ringrazieremo i benefattori vivi e ormai deceduti, che si sono dati tanto da fare per raggiungere un risultato titanico”. Un periodo, quella di organizzazione della festa di Pentecoste, molto intenso e che mette alla prova la comunità. Tante le energie da spendere e talvolta le disponibilità capita che latitino. “Non è però questo il nostro caso – spiega don Francesco – perché da parte dei laici della comunità c’è stato un grande aiuto e un grande entusiasmo. La festa si può dire che l’hanno organizzata loro, io mi sono occupato soprattutto della documentazione necessaria per i permessi e tutto quello che serve per l’organizzazione di eventi pubblici partecipati come questi. Con la lotteria di Pentecoste, fatta per non fare il classico giro porta a porta, hanno creato movimento e desiderio di collaborare alla realizzazione. L’estrazione avverrà stasera prima dello spettacolo pirotecnico. Sono contento di questa comunità. In questo anno non credo di aver fatto nulla di straordinario ma loro mi dicono che abbiamo lavorato molto. Io non avverto il peso o la fatica. Io quello che chiedo a Dio è sempre questa gioia, perché l’entusiasmo passa, la gioia resta”. La zona di Taranto 2 è in continua espansione e dopo i due anni di isolamento forzato, si torna a vivere la socialità. “Il polso della situazione è stato chiaro con la benedizione delle case, che viviamo durante il periodo di Quaresima e in cui le famiglie si ritrovano giù, nell’androne del loro palazzo, per un momento di preghiera comune prima di salire nei singoli appartamenti. Devo dire che c’è stato il desiderio di ritrovarsi. Non ho avvertito una situazione drammatica, di isolamento. Sì, la comunità è cambiata molto. Molte donne che un tempo frequentavano la parrocchia ormai sono anziane e vado a trovarle io però il quartiere, per quanto in alcune palazzine sia un po’ più svuotato, ha voglia di tornare alla normalità. Il desiderio di aggregazione c’è ma mancano dei luoghi che svolgono questa funzione. Menomale che da qualche tempo c’è un campo da basket dove i ragazzi si incontrano e socializzano o la piazzetta di via Attica ma serve qualcosa di fortemente aggregante. La parrocchia cerca di esserlo ma siamo chiamati al servizio missionario, a far sentire ciascuno importante, ad invitarlo, a fargli capire che lo abbiamo a cuore. Basta poco, basta un saluto per strada, un come stai. Comunque non è di certo un quartiere abbandonato a se stesso”.