Hic et Nunc

Referendum: per il giudice Rosati i quesiti sono contraddittori e oscuri

10 Giu 2022

di Silvano Trevisani

Chiudiamo oggi il nostro giro di consultazioni sui quesiti referendari cui saremo chiamati a votare domenica prossima, nell’election day che vedrà al voto anche gli elettori di mille Comuni italiani.

Dopo il docente universitario, Stefano Vinci, e l’avvocato, Franco De Feis, è oggi la volta di un alto magistrato che ha accettato di rispondere alle nostre domande. Parliamo di Martino Rosati, consigliere della Corte di Cassazione, che molti lettori ricorderanno per l’attività giudiziaria svolta in occasione dell’ormai storico processo per il delitto di Avetrana.

Prima di addentrarci nell’esame dei singoli quesiti? qual è il suo giudizio complessivo su questa tornata referendaria?

Viene da chiedersi, in primo luogo, quale interesse possa avere il cittadino italiano a esprimersi su problemi come la partecipazione degli avvocati ai consigli giudiziali! Credo che ben altri siano gli argomenti sui quali la gente si esprimerebbe volentieri, non certo su questioni complicate anche per gli addetti ai lavori. Ma soprattutto c’è a dire che, quale che sia l’esito di questo referendum, su moltissimi punti incombe già la riforma Cartabia, sulla quale il governo proporrà certamente la questione di fiducia. Quindi, il loro esito

Cominciamo dal primo quesito, che propone l’abolizione della legge Severino. Qual è la sua opinione?

Se parliamo dell’incandidabilità di chi è stato condannato in primo grado, secondo me è sbagliato vederla come un privazione di un diritto fondamentale del cittadino. Non incide sulla libertà della persona, poiché è fondamentale che ci sia un accertamento definitivo della responsabilità, ma vi sono situazioni in cui, anche solo per ragioni di opportunità, un limite va posto. Non si può leggere la norma in chiave di compressione incostituzionale di diritti, tanto più che la Corte costituzionale si è espresso in merito.

Il secondo quesito riguarda le misure cautelari, ritenute spesso eccessive, almeno per i reati minori.

Io passerei al terzo quesito, quello delle separazione delle carriere perché vorrei legarlo al secondo. Mi spiego: chi ha proposto la separazione delle carriere sostiene che vi sia uno spirito di colleganza o di maggiore benevolenza (in ragione della colleganza) tra giudici e pubblici ministeri. Ma i fatti e i numeri dimostrano che non è così: semmai vi è un atteggiamento molto rigoroso, spesso anche per presunzione di maggiore “intelligenza”; alcune volte, e lo noto in Cassazione, c’è addirittura un eccessivo rigore nella valutazione dell’operato del collega. Questo lo dimostrano i numeri e la percentuale delle assoluzioni. E qui vorrei chiamare il ballo il secondo quesito che dimostra l’infondatezza di quello sulla divisione delle carriere. Col secondo requisito, infatti, si chiede la riduzione della custodia cautelare, per il fatto che troppo spesso, secondo i propositori, le richieste del pm non vengono accolte dal giudice o dal tribunale del riesame. Ma se si sostiene l’esistenza di questa eccessiva discordanza tra pm e giudici come si fa poi a sostenere che esiste un’eccessiva benevolenza? Come la mettiamo? È evidente che un quesito smentisce l’altro.

Un autorevole magistrato ha sostenuto che questo quesito sia espressione dell’infinita lotta delle camere penali, cioè le associazione degli avvocati penalisti. Che ne pensa?

Nel corso di un convegno ebbi a dire che, semmai si raggiungesse la separazione delle carriere le camere penali si potrebbero sciogliere “per aver raggiunto il loro scopo”, così come si potrebbe abolire il codice civile nel caso il cui la società… raggiungesse il suo scopo.

E qui introduciamo il quarto quesito, che riguarda la valutazione dell’operato dei giudici.

La logica potrebbe essere la stessa. Oggi nei consigli giudiziari è prevista la presenza degli avvocati, ma non per le questioni relative ai consigli disciplinari. La questione francamente mi lascia indifferente. Ma se c’è una giustizia disciplinare, quindi una giurisdizione “domestica”, vale a dire interna alla categoria, non vedo perché debba esserci qualcuno di esterno: nei consigli disciplinari degli avvocati ci sono solo avvocati, e così negli altri ordini. Vogliamo metterci anche altre figure? Per me non è un problema ma mi sembra una contraddizione in termini. In fondo, un’eventuale presenza di avvocati nei collegi avrebbe una dimensione marginale, ma resta il principio: perché una giurisdizione domestica, cioè appartenente a una categoria, ne dovrebbe contenere altre?

L’ultimo quesito è quello che riguarda l’elezione del Csm, per il quale si vorrebbe evitare correnti.

Vorrei chiedere: per gli organi degli avvocati come si seleziona la base elettorale? Nei giorni scorsi, per la designazione dei delegati a un congresso di avvocati c’erano centinaia di persone che distribuivano bigliettini elettorali. E le altre categorie? I corpi intermedi orientano sempre il voto della base, è inevitabile. Il sorteggio, lo hanno detto tutti, è incostituzionale e non passerà mai, perché non è un’elezione. Il potere delle correnti si attenua in altro modo, prima delle elezioni. Il vero problema delle correnti sta nella riforma Mastella di qualche anno fa, che stabilì, e noi lo sappiamo benissimo al nostro interno, l’eliminazione della carriera automatica con la progressione senza demerito. Detto questo, noi siamo come tutti gli altri, c’è gente che aspira a mettersi medaglie, persone non sempre adeguate decidono il destino degli altri: un po’ come succede in tutte le professioni, dove in genere i rappresentanti delle categorie non sono mai notissimi professionisti, che spesso non rinunciano all’attività molto redditizia in favore di ruoli di rappresentanza. L’intermediazione dei corpi intermedi è inevitabile, dovunque c’è un’elezione c’è sempre un momento di sintesi graduale per arrivare dalla base al vertice e in quello si attuano i meccanismi del consenso. Il consenso si orienta sempre con le promesse reciproche, sia che si voglia fare il sindaco, che il parlamentare, il consigliere, il presidente di un qualsiasi ente o associazione. Poi sta alla sensibilità e all’onestà dei singoli tenere un comportamento corretto, e comunque nella nostra categoria, e posso dirlo con onestà e con orgoglio, è sempre elevato. Mi rendo conto che essere migliori non basta, perché nel nostro caso si richiede l’intangibilità. Ma anche in questo caso, il responso del quesito referendario sarebbe suberato comunque dalla riforma del Csm, per il quale si dovrebbe andare a votare già a luglio o al massimo a settembre.

Hic et Nunc

Al convegno Migrantes, commozione per l’intervento della colombiana Sulma Herrera, nel mirino dei boss della droga

Sul tema ‘Dio cammina con il suo popolo’, che è anche il titolo del messaggio di papa Francesco per la 110.ma Giornata mondiale dei migranti e profughi,  mercoledì 20 si è svolto nella ex chiesetta dell’università degli studi in via Duomo il convegno diocesano Migrantes. Mai come quest’anno i lavori sono stati seguiti da una […]

Mandato di cattura dell’Aia per Netanyahu, Gallant (Israele) e Deif (Hamas)

La Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi) ha emesso un mandato di cattura per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant e, con loro, per il capo dell’ala militare di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (meglio noto come Mohammed Deif). I tre giudici hanno deciso all’unanimità sulla base delle […]

La reliquia del sangue di San Francesco a Grottaglie

Nell’ottavo centenario delle stimmate di San Francesco d’Assisi, martedì 26 novembre le Sorelle Povere di Santa Chiara del monastero di Grottaglie accoglieranno la reliquia del sangue di San Francesco d’ Assisi, che nei giorni scorsi è stata nelle parrocchie di San Pasquale, a Taranto, e di Cristo Re, a Martina Franca. L’accoglienza della reliquia costituisce un momento […]
Media
24 Nov 2024
newsletter