L’arcivescovo al Carmine di Grottaglie: “Le parrocchie sono la vita della Chiesa”
L’itinerario di incontro dell’arcivescovo Ciro Miniero con la comunità diocesana ha fatto tappa a Grottaglie. Qui ha presieduto, in una gremita chiesa della Madonna del Carmine, la concelebrazione eucaristica, con la partecipazione del parroco, don Ciro Santopietro, i viceparroci don Cosimo e don Eligio, assieme a don Adriano e don Damiano, e ai seminaristi della parrocchia.
Rivolgendogli il messaggio di ringraziamento per la presenza nella Chiesa parrocchiale, don Ciro ha detto, tra l’altro, “è bello che lei presieda questa eucarestia nello sodarsi ordinario del servizio pastorale della comunità nel giorno del Signore”. Illustrando le varie comunità presenti ha ricordato innanzi tutto, il gruppo Giullari di Dio, che anima la liturgia e che da oltre vent’anni, porta la testimonianza presentando un musical a carattere evangelizzatore. E assieme a loro i catechisti, la confraternita del Carmine, la Caritas parrocchiale, il gruppo di preghiera di Padre Pio, dell’apostolato della preghiera, e i tanti impegnati in vario modo nell’oratorio. Don Ciro si è definito “fortunato” ad essere parroco in questa comunità, “e fortunato è anche lei, eccellenza, ad esserne l’arcivescovo, il pastore”.
Nella sua omelia, monsignor Miniero ha proposto alcune riflessioni sul significato autentico del Natale, che ci proietta, nel festeggiare la venuta di Cristo in mezzo a noi, verso la sua nuova venuta trionfale. Che ci deve trovare disposti e attivi nel testimoniare nella pratica quotidiana, la nostra fede, a cominciare dai deboli e dai poveri.
Al termine della celebrazione, monsignor Miniero si è intrattenuto con la comunità parrocchiale per un momento di convivialità. E noi abbiamo approfittato per rivolgergli alcune domande.
Eccellenza, sapeva certamente che questa parrocchia è una vera e propria fucina di sacerdoti, che ha sempre avuto e continua ad avere tante vocazioni. Per essendo una piccola parrocchia ormai nel paese vecchio. Come si spiega questo fenomeno in un momento di crisi di vocazioni?
Innanzi tutto, il Signore sceglie secondo il suo cuore, ma è anche vero che lì dove c’è maggiore attenzione e maggiore cura, il Signore ha più possibilità di toccare il cuore delle persone. Le due cose poi vanno insieme e costituiscono una ricchezza per la parrocchia e per la Chiesa intera.
Anche questa parrocchia, intitolata alla Madonna del Carmine, conferma la venerazione che il popolo di Dio, anche nella nostra diocesi, riserva alla Santa Vergine.
Quella alla Vergine del Carmelo è una devozione diffusa dai padri carmelitani e che resiste nonostante che la presenza dei padri carmelitani sia ormai una presenza rara nelle nostre comunità. Ma la devozione continua ed alimenta l’attenzione verso la Vergine del Carmelo, titolare anche di tante confraternite, che è invocata soprattutto per le anime del Purgatorio, per le persone in difficoltà. Un tema molto caro a ciascuno di noi è la vita che viene dopo la morte.
Lei sta cercando il contatto con il popolo di Dio, con le parrocchie. Che idea si sta facendo dalle nostre comunità?
La vita delle parrocchie è la vita della Chiesa intera, perché la parrocchia è la prossimità della Chiesa alla gente. La parrocchia continua a restare importantissima perché è dentro la vita delle famiglie. L’idea che mano a mano vado formandomi è che le nostre comunità sono belle, vive e anche con tante iniziative. Proprio per cementare la fraternità e viverla esprimendola nei tanti impegni che ogni comunità prende, come ho visto questa mattina qui, nei confronti delle famiglie e delle persone che bussano al nostro cuore.