Dedicato allo “Spirito” l’almanacco “Un altro anno” del poeta Lino Angiuli
C’è qualcosa di rituale, ormai è innegabile, nell’appuntamento annuale che Lino Angiuli, poeta pugliese noto e singolare, propone ad amici ed estimatori. Stiamo parlando dell’almanacco che per il quarto anno consecutivo ha realizzato per le edizioni Quorum, sempre in stretta collaborazione con un artista: “Duemilaventiquattro un altro anno”. “Due amici dell’arte e della poesia – si legge nella quarta di copertina – con la penna l’uno col pennello l’altra, s’incontrano a mezz’aria nei paraggi della bellezza”. Questa volta ad affiancare Angiuli nella compilazione del suo almanacco è la pittrice e poetessa Silvia Venuti veneta, formatasi all’Accademia di Brera che vanta una lunga esperienza artistica, tracciata in vari saggi e che ha dato vita a numerose mostre e partecipazioni, come quella alla Biennale d’arte sacra, e in varie pubblicazioni. La sua ricerca si muove nell’ambito della poesia visiva. Nelle sue opere parola e immagine rivelano la dimensione dell’Infinito con una forte connotazione letteraria volta al trascendente.
Lino Angiuli è uno dei poeti più noti e attivi in Puglia, dov’è nato, nel Barese, originario di Valenzano ma residente a Monopoli, settantasette anni fa. Collaboratore di quotidiani e dei Servizi culturali Rai, ha partecipato alla fondazione di alcune riviste letterarie, tra le quali il semestrale “incroci”, che condirige. La sua produzione poetica è storicizzata in diverse opere di carattere scientifico e didattico. Molti i suoi lavori sul versante della valorizzazione della cultura popolare, così come molti i riconoscimenti e le traduzioni di suoi testi poetici.
Tema dell’almanacco 2024 è lo spirito, e si apre con la citazione del Vangelo di Giovanni: “Lo Spirito, come il vento, soffia dove vuole”.
Secondo il canone ormai consueto, per ogni mese dell’almanacco viene proposto, in esergo, una “citazione sapienziale”, che riporta un verso o un aforisma di grandi personaggi che si sono occupati in vario modo del tema, un dipinto dell’artista e una poesia di Angiuli, che segue uno schema fisso: dodici dodecasillabili, o doppi senari, gli ultimi due in rima baciata. La scelta compositiva segue anch’essa un canone specifico: disertando il verso libero e i canoni della modernità, si rivolge ai modi poetici degli autori dei decenni passati, tanto cari ai compilatori di sussidiari e di libri di lettura per l’infanzia, da Libero de Libero ad Angelo Silvio Novaro, da Diego Valeri a Marino Moretti, con l’occhio sempre puntato a Gianni Rodari. Ne vie fuori una lunga filastrocca in dodici stanze che, con un filo di ironia, favorito dalla scelta metrica, da un lato fa il verso alla saggezza popolare, quella dei proverbi legati al clima e all’agricoltura, dall’altro riprende uno dei modi tanto cari alla cultura pedagogica degli scolari di qualche decennio fa.
Ne vien fuori uno spaccato composito che, lungi dal ripetersi, ampia lo spettro di lettura dell’anno solare e costruendo per ognuno dei mesi, un singolo poema a puntate. Un lavoro in copie misurate dedicato ad amici e appassionati si è detto, ma che resta un esercizio quanto meno curioso e affascinante da… collezionisti.