Melucci vara la nuova giunta comunale nata a dispetto dei partiti
Nasce la nuova giunta comunale. In un clima di totale confusione, nel quale anche per gli addetti ai lavori è ormai quasi impossibile tenere a mente la consistenza dei gruppi, la provenienza e l’appartenenza dei consiglieri comunali, il sindaco Rinaldo Melucci ha sciolto la riserva. Così, dopo il recente rimpasto conseguente alle liti e ai cambi di casacca, e dopo l’azzeramento seguito alle polemiche per il suo passaggio a Italia viva (poi sospeso, a quanto sembra), ha preso forma la nuova compagine amministrativa che si compone, attualmente, di sette assessori oltre al sindaco.
I sette assessori
Ecco i nomi degli assessori e le loro deleghe, così come annunciate dalla nota del Comune: “Azzaro Giovanni con delega allo sviluppo economico, turismo e sport e contestuale nomina a vicesindaco; Ciraci Cosimo con delega ai lavori pubblici, risorsa mare e politiche di coesione; Ficocelli Gabriella con delega ai servizi sociali, politiche di Inclusione e pari opportunità; Lussoso Angelica con delega alla cultura, eventi e politiche giovanili; Mazzariello Michele, con delega alle società partecipate, risorse umane e affari generali; Petrosillo Desiree, con delega alla pubblica istruzione, università ed edilizia scolastica; Liuzzi Carlo, con delega al patrimonio, tributi e politiche abitative”.
Il sindaco, infine, si è riservato, nei tempi dovuti, l’adozione dei successivi atti utili al completamento dell’intera composizione della Giunta comunale.
La maggioranza, a questo punto, si regge sul sosteno di singoli consiglieri, poiché è priva del sostegno dei partiti e di quasi tutti i movimenti e le liste che avevano collaborato all’affermazione netta del centrosinistra alle elezioni amministrative dell’ormai “lontano” 2022. Partiti e liste, primo fra tutti il Pd ripudiato da Melucci, sono passati all’opposizione. I consiglieri comunali, quasi tutti almeno, ormai fanno titolo a sé e non hanno più alcun riferimento con le origini politiche e con le loro basi elettorali. Emiliano non ha neppure incontrato Melucci, mentre Turco, per i 5Stelli, gli ha ribadito il suo no. Singoli consiglieri, adesso, esprimono singoli assessori, e restano in Consiglio comunale a rappresentare solo se stessi. La giunta dovrebbe fare affidamento su una maggioranza molto risicata, fatta dei sedici che hanno votato il bilancio cui si aggiunge il presidente del Consiglio Bitetti che, come gli altri, agisce a titolo personale. E tra loro sono compresi anche i consiglieri di Italia viva Stellato e Casula, che sostengono temporaneamente Melucci, seppure abbiano dato segnali di ironica impazienza.
Non sappiamo quanto sia utile proporre la “geometria” delle appartenenze, ma ci limiteremo a dire che il nuovo ingresso, Carlo Liuzzi, è dato in quota alla consigliera Elena Pittaccio, mentre Mazzariello è espressione di Taranto popolare, Desiree Petrosillo del consigliere Fusco, che pure si era detto propenso allo scioglimento del consiglio, Gabriella Ficocelli da Goffredo Lomuzio. Ciraci e Lussoso erano dati in quota Italia viva provenendo da Taranto futuro in corso… Quale stabilità avrà questa compagine? Difficile dirlo ma l’esiguità dei numeri la rende molto ricattabile, anche se il recente raddoppio delle indennità ad amministratori e consiglieri, non risulti offensiva questa realistica considerazione, gioca sicuramente a favore di chi si trova, per caso o per scelta, nelle stanze dei bottoni. Da cui sono usciti recenti protagonisti come Marti, Manzulli, Giorno, Viggiano e altri che avevano acquisito ruoli da protagonisti in città.
Giri di valzer e nomi diversi si fanno per le partecipate e anche per le direzioni generali di Provincia e Comune, dopo che il sindaco ha revocato la nomina di Pisano, incappato nell’inchiesta giudiziaria sul Cimitero. Sono i tanti nomi che vengono fatti, ma noi possiamo tranquillamente aspettare l’ufficialità, certi però che non mancheranno le sorprese.
Un quadro desolante quello in cui si muove la politica tarantina, mentre sul fronte dell’Ilva incombono ombre inquietanti e mentre la febbre dei Giochi del Mediterraneo sale, concorrendo certamente a creare conflitto, per i grossi interessi che gli appalti si portano dietro.
Qualche considerazione
Se possiamo dedurre dei principi generali da quanto sta avvenendo, ci sentiamo di bocciare ancora una volta la legge Bassanini che ha trasformato la figura del sindaco in quella del podestà, e di criticare il nostro sistema politico sempre più personalistico, nel quale da decenni si cercano salvatori della patria, che la patria non la salvano mai!