Il papa incorona Sinner: “Nel tennis, metafora della vita, non si può vincere sempre”
Una mattinata di pura passione. Anche di scoperta, per quanti amano salire sul carro dei vincitori: il trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open ha tenuto incollati davanti alla televisione milioni di italiani per assistere a una nuova gloriosa pagina di storia, che va al di là dello sport. Sul trend topic è intervenuto anche papa Bergoglio. Lo ha fatto in Vaticano ricevendo in udienza una delegazione del Real club de tenis Barcelona, in occasione dei 125 anni del club.
Un dialogo artistico
“Nel tennis, come nella vita, non possiamo vincere sempre. Ma sarà una sfida che arricchisce se, giocando in modo educato e rispettando le regole, impareremo che non è una lotta ma un dialogo che implica il nostro sforzo e ci consente di migliorarci”. Così papa Bergoglio chiarisce quali sono i valori che più contano. E dovrebbe essere questa la lezione offerta dagli atleti più valorosi, in qualsiasi disciplina: “Concepire un po’ lo sport non solo come combattimento ma anche come un dialogo. C’è un dialogo che, nel caso del tennis, spesso diventa artistico”. Nel campo di gioco, come in quello dell’esistenza, spiega Francesco, a volte ci sentiamo soli; in altre circostanze, invece, sentiamo il sostegno di chi “gioca” con noi. Il sostegno, Sinner, deve averlo sentito bello forte in quella partita storica. Quando si trovava sotto di due set e a un passo dalla sconfitta contro il russo piegato a Melbourne dopo tre ore e 45 minuti di gioco. Invece, in rimonta, è arrivata la conquista del suo primo Slam – solo Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli, tra gli azzurri, erano riusciti a vincere tra i tornei più importanti al mondo.
Tutti pazzi per Sinner. Anche gli avversari sul campo di gioco
Da Novak Djokovic a Rafael Nadal, allo stesso Daniil Medvedev, il grande sconfitto della finale degli Australian Open: i Grandi del tennis hanno avuto parole di elogio per l’azzurro numero 4 del mondo, destinato a scalare altre posizioni nella classifica Atp. Quello che piace di Sinner è il carattere mite e sobrio coniugato alla tempra di un campione che mai molla. Oltre ai suoi colpi di racchetta, ovviamente: piace il suo tennis, efficace, potente, capace anche di non essere monotono. È un giocatore di grande correttezza che ha margini di miglioramento. Non a caso il suo modello, esempio di classe, è sempre stato Roger Federer. Medvedev gli ha riconosciuto il percorso di crescita, la capacità di lottare, certo di doverlo rincontrare in una finale slam. Gli ha fatto eco Djokovic complimentandosi anche con il team e con la famiglia dell’altoatesino. Nadal ha sottolineato che tutta l’Italia ha vinto con il suo tennista più forte. E a proposito di famiglia, lo stesso Sinner ha dedicato un pensiero speciale ai suoi genitori, ringraziandoli per avergli dato sempre la libertà di scegliere: è grazie a loro se è stato lasciato libero di provare, lui che prima di darsi al tennis faceva lo sciatore. Tutti i bambini, ha dichiarato, dovrebbero avere questa libertà, senza pressione. Libertà è una parola che a noi piace molto. E che fa rima con Amore.