Nel giorno in cui riabbracciò il suo Signore, ricordiamo Mario Romandini nel centenario della nascita
Il 19 luglio ricorre il 23° anniversario della dipartita di una delle figure di rilievo del cattolicesimo tarantino
Il 19 luglio, ricorre il 23° anniversario dell’incontro con il suo Signore di Mario Romandini, figura di rilievo del cattolicesimo tarantino e uomo di spiccate qualità morali.
Ricoprì, durante il periodo bellico, l’incarico di presidente della Gioventù cattolica e per il suo impegno e abnegazione fu nominato consulente centrale juniores per la Puglia dal presidente Luigi Gedda, sin nel primo dopoguerra.
In Azione Cattolica restò a lavorare e a rappresentare un ammirevole esempio per le giovani generazioni sino al 1954, passando poi all’impegno politico: fu tra i fondatori, a Taranto, della Democrazia cristiana e ricoprì incarichi provinciali e regionali.
Nell’anno del centenario della sua nascita – avvenuta a Lecce il 22 settembre 1922 – lo ricordiamo attraverso le parole che mons. Guglielmo Motolese gli rivolse:
“Fu un cristiano autentico, generoso, leale, orgoglioso della sua lunga militanza nelle file di Azione Cattolica.
Dedicò molte delle sue energie ai problemi assistenziali ed educativi degli alunni meno abbienti, venendo nominato presidente del Patronato scolastico di Taranto dal 1963 al 1978.
Gli scrivevo nel gennaio 1966: “Mi congratulo dell’attività svolta dal Patronato da te presieduto. Quando nelle opere si porta fede e onestà, si è benedetti da Dio! Continua a lavorare così!
Ti seguo con la preghiera”.
“Romandini – concludeva l’arcivescovo emerito di Taranto nel libro ‘Pietre vive’ – è stata una delle figure più rappresentative del cattolicesimo tarantino, ma anche italiano, del dopoguerra”.
In tanti lo ricordano con immutato affetto e i familiari hanno voluto celebrare il ventitreesimo battesimo in cielo con le parole di sant’Agostino:
“Non piangete! Sarò l’angelo invisibile della famiglia. Dio non saprà negarmi niente quando io pregherò per voi!”