La missione in Guatemala: la testimonianza di don Mimino Damasi a Mottola
L’associazione “Don Tonino per amore” di Mottola, ha invitato don Mimino Damasi a dare una testimonianza sul servizio reso negli anni trascorsi in Guatemala durante il santo rosario meditato. L’appuntamento è per venerdì 23 febbraio, ore 20.15, in chiesa madre.
Don Mimino, attualmente parroco alla Madonna del Rosario di Grottaglie, ha operato nella nazione centroamericana per quattro anni, tolto il periodo della pandemia. Il territorio in cui egli ha servito Dio attraverso gli uomini (d’etnia Chorti, discendenti dagli antichi Maya) è vasto: attorno al capoluogo, Jocotan, sono sparse ben 110 comunità rurali da visitare, per complessivi 75mila abitanti. Talvolta i villaggi sono raggiungibili solo attraverso sentieri scoscesi difficilmente percorribili se non con mezzi idonei e, con le piogge, spesso costretti all’isolamento.
Sin dal principio il sacerdote tarantino è stato colpito dalla particolarità della sua terra di missione, tra emozionanti paesaggi di montagna, panorami mozzafiato e inimmaginabili bellezze naturalistiche, fra tanta povertà ma altrettanta laboriosità e voglia di vivere, con serenità e nella gratitudine a Dio di ciò che quotidianamente dona, confidando in Lui senza riserve.
In quell’angolo di Guatemala don Mimino ha riscontrato l’accoglienza calorosa e la generosità degli abitanti che, nelle avversità, non si fanno cogliere del vittimismo e sono subito pronti a rimboccarsi le maniche.
“Fra le emergenze maggiori, quella abitativa, dove spesso le famiglie trovano riparo in povere capanne i cui tetti devono fare i conti con i tornado che distruggono tutto ciò che incontrano – spiega il sacerdote – Ma ancor più grave è la situazione sanitaria, con le cure tutte a pagamento,dove a patirne di più sono soprattutto i bambini e le donne in procinto di partorire, fra le quali la mortalità è alquanto elevata. Ecco perché, con l’aiuto di benefattori, ho avviato l’esperienza de ‘La cuna de Sant’Anna’, cioè “La culla di Sant’Anna’, una sorta di ambulatorio itinerante per i villaggi, il cui funzionamento è affidato a un medico e a un infermiere”.
Dal punto di vista ecclesiale, don Mimino Damasi evidenzia il ruolo preponderante del laicato che sopperisce, fin dove è possibile e nelle rigorosa distribuzione dei compiti, alla mancanza di sacerdoti: in ogni villaggio, infatti sono presenti i delegati della Parola (che guidano le celebrazioni, domenicali e non), i ministri della comunione (che visitano anche gli ammalati) e i catechisti, cui è affidata la formazione della comunità. A tutto questo corrispondono comunità vivaci,disciplinate, stimolati alla solidarietà, piene di giovani e che ben rispondono alle provocazioni del Vangelo.
“Cosa mi porterò da questa esperienza? Sicuramente questo modello di Chiesa non di massa ma che va verso le persone, desiderose di arricchirsi della Parola di Dio” – conclude il sacerdote.