«Una luce è sorta»: la Domenica della Parola vissuta nella Basilica Cattedrale di Taranto
I marmi del cappellone di san Cataldo illuminati solo dalla luce delle candele per ascoltare Dio che si fa pellegrino nei secoli e nell’oggi di ogni uomo
Per celebrare la Domenica della Parola di Dio indetta da papa Francesco (ieri, 21 gennaio), i giovani dell’Isola hanno condotto i fedeli in un’esperienza unica: in gruppi, è stato possibile accedere all’antico coro ligneo, nell’abside della basilica, per l’introduzione all’ascolto curata da don Emanuele Ferro.
Accedendo nel cappellone di San Cataldo, poi, si sono ascoltati brani della Scrittura aiutati dalle elevazioni musicali dell’organo settecentesco.
I marmi del cappellone erano illuminati solo dalla luce delle candele per ascoltare Dio che si fa pellegrino nei secoli e nell’oggi di ogni uomo.
L’evento «Una luce è sorta» ha avuto la durata di 50 minuti e, a gruppi di 50 persone, dalle ore 17 ha visto una partecipazione che è andata oltre le più rosee previsioni.
Fino all’avvento dell’illuminazione elettrica, il Capitolo metropolitano, in occasione delle feste maggiori della cattedrale, commissionava a professionisti napoletani il compito di lustrare le preziose tarsie dei marmi di uno dei luoghi più insigni del barocco meridionale, il nostro cappellone di san Cataldo.
Lustrare le preziose superfici serviva perché, allo sfarfallio delle candele la madreperla, i lapislazzuli e i preziosissimi marmi potessero restituire la loro preziosità per far risplendere un segno della gloria dovuta al Signore.
Il cappellone è stato illuminato dalle sole luci delle candele.
La Sacra Scrittura è indicata come luce e lampada ai nostri passi, quale occasione migliore della domenica della parola di Dio per “accendere una luce” in noi? È stata l’occasione per far vibrare in mezzo a tanta bellezza la Parola eterna, che continua a prendere voce nei secoli e negli uomini.