Elezioni: è il momento di scegliere
(Foto: ANSA/Sir)
13 Set 2022
di Pino Malandrino
Mentre si consumano gli ultimi giorni di questa inedita campagna elettorale estiva- si vota domenica 25 settembre – il “partito degli indecisi e degli astensionisti”, secondo gli ultimi sondaggi,è in testa con una percentuale che si aggira intorno al 40%. Analoga situazione in Sicilia, dove molti elettori non sanno che lo stesso giorno si vota anche per le regionali. Da più parti si sostiene che l’interesse dei cittadini più che sulle elezioni sia proiettato su quello che riserverà loro il futuro. La gente ha paura non solo delle ristrettezze economiche, ma soprattutto della guerra e delle sue conseguenze. E,in più, nutre una profonda disistima nei confronti della classe politica. In un’Italia dove la povertà assoluta tocca più di 6 milioni di persone, assistere a una campagna elettorale, condotta con metodi vecchi e, per la prima volta nella storia, d’estate, più che avvicinare,allontana dalla politica. Il modo, poi, come si è arrivati alle elezioni – scioglimento anticipato delle Camere – nonché l’andamento stesso della campagna elettorale, fanno il resto. Una competizione decisa in fretta, senza una vera preparazione,caratterizzata da discredito degli avversari, da conflitti e divisioni perfino all’interno delle stesse coalizioni,senza una proposta organica per l’Italia del futuro. Da una siffatta politica quali frutti potranno venire?Le stesse promesse elettorali, senza indicarne i tempi e i costi,dimensionate più su un Paese in piena salute che su un sistema sociale ed economico in sofferenza, sembrano copiate su quelle delle elezioni passate: aumento delle pensioni, bonus a tutti, flat tax(unica tassa fissa per ricchi e poveri), rottamazione cartelle esattoriali e via di seguito. Per di più, in presenza di un debito di 2.600 miliardi, pari a una volta e mezza la ricchezza prodotta in un anno (PIL). Ad alimentare la disaffezione di gran parte dei cittadini ha contribuito, in aggiunta, la conclusione anticipata del Governo Draghi considerata,dai più,inopportuna, nonché la pessima legge elettorale con la quale voteremo. Fare cadere, senza valide motivazioni,il governo Draghi con una guerra in atto, una escalation del costo energetico e delle materie prime, una pandemia sempre in agguato e una allarmante inflazione, non è stata una scelta saggia. Queste elezioni, definite “delle occasioni perdute”, sono state ispirate più dal miraggio di un successo elettorale che da un vero senso di responsabilità. Si poteva e si doveva evitare di chiudere in anticipo la legislatura per consentire,al governo Draghi, di portare a termine il suo programmae, in più, fargli prendere, con la sua autorevolezza e imparzialità, quei provvedimenti scabrosi e impopolari, primo su tutti la manovra finanziaria che, come si sa, costituirà il primo scoglio per chi andrà a governare. Senza dire della mancata approvazione di una nuova legge elettorale, in sostituzione di quella attuale (Rosatellum) che, come è noto, premiando le coalizioni, obbliga a unioni di facciata, mettendo insieme, pur di vincere, tutto e il contrario di tutto. È quanto è avvenuto a destra dove, ad esempio, si ritrovano coloro che sono per le sanzioni alla Russia e i contrari, chi è per lo scostamento di bilancio e i contrari. Così come a sinistra, dove stanno insieme ai sostenitori di Draghi anche i suoi avversari, compresi coloro che sono “anti tutto”. Una legge elettorale che non solo impedisce, attraverso la formazione delle liste, un vero rinnovamento della classe politica, ma che svuota di valore il voto dei cittadini, i quali sono chiamati a mettere soltanto “croci”. Con i cosiddetti“collegi sicuri” e con i “listini bloccati” gli elettori, infatti, non potendo dare preferenze,non possono neppure scegliere, fra gli stessi candidati indicati dai partiti, quello di loro gradimento. Sembra già tutto deciso, compresi i nomi degli eletti! E tuttavia, non possiamo restare alla finestra a guardare;questo è il momento di scegliere. La collaborazione alla costruzione della casa comune implica una precisa responsabilità morale (Don Sturzo), anche perché la partecipazione alla vita politica, attraverso il voto,costituisce uno dei pilastri su cui si fonda la nostra democrazia.