La calorosa accoglienza di Leporano a San Cataldo, prima tappa della peregrinatio per le vicarie
San Cataldo vescovo e il patrono Sant’Emidio simbolicamente uniti nell’intercessione per la comunità. Con questa suggestiva immagine, il sindaco Vincenzo Damiano (dopo la santa messa di ieri, giovedì 2 maggio,) ha simboleggiato la visita a Leporano dell’argenteo simulacro e delle reliquie del patrono dell’arcidiocesi, prima tappa della peregrinatio per le vicarie. Si è trattato di un momento storico nella storia leporanese (ha continuato) il cui annuncio è stato accolto con grande gioia dall’intera comunità, coinvolta in un’intensa attività preparatoria coordinata da don Giancarlo Ruggieri, parroco dell’Immacolata. E la commozione in tutti è stata palpabile quando la statua, su un autocarro bardato a festa, è giunta nelle immediate vicinanze dell’arco di via Taranto, accompagnato dal parroco della basilica cattedrale mons. Emanuele Ferro, dal suo vicario don Mattia Santomarco e dai componenti del comitato festa, con il segretario cav. Antonio Gigante. Accolto dalla giunta comunale leporanese al completo, schierata con il gonfalone del comune, e dai rappresentanti delle municipalità di Lizzano, Faggiano, Pulsano e Torricella, dal vicario foraneo don Antonio Quaranta e da diversi parroci della vicaria (don Giuseppe Zito, don Pompilio Pati, don Mimmo Pagliarulo, don Ezio Succa, don Francesco Santoro, don Cosimo Lacaita) e da tanti fedeli, il simulacro è stato posto sulle spalle dei confratelli di San Cataldo in Santa Caterina mentre il reliquiario è stato portato da alcuni ministranti.
Quindi, sulle note festose della banda “Santa Cecilia-Città di Taranto”, che precedentemente ha girato le vie del paese, si è mosso il corteo fino alla piazza centrale per la consegna del simulacro alle autorità cittadine e per il discorso dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero. Dopo la proclamazione del brano degli Atti degli Apostoli sulla Pentecoste, a seguito del quale gli apostoli vanno ad annunciare il Vangelo per il mondo, così mons. Miniero ha riferito: “In questa peregrinatio San Cataldo ci sprona a camminare fra la gente, come ha fatto lui, tornato dalla Terrasanta, nel suo arrivo a Taranto, riedificando una comunità desolata e distrutta materialmente e nella fede, a seguito delle devastazioni dei saraceni. Lui lo ha fatto soprattutto consolando, sostenendo, guarendo e intercedendo instancabilmente per il suo popolo. Questo è stato anche per gli apostoli riuniti nel cenacolo che, mossi dallo Spirito Santo, non potevano trattenere il bene ricevuto e, usciti per le strade, lo trasmettevano a quanti li incontravano. Noi tutti siamo chiamati a seguire il loro esempio, camminando in comunione fra noi e nell’obbedienza alla Chiesa, per costruire un futuro migliore. San Cataldo, vedrete, non ci abbandonerà in questa opera di diffusione della Buona Notizia!”.
Quindi è avvenuta la firma del verbale di consegna del simulacro e delle reliquie alla municipalità, impegnandone la responsabilità nella custodia, di cui ha dato lettura mons. Emanuele Ferro, in rappresentanza del Capitolo Metropolitano. Il documento è stato poi firmato dal primo cittadino Damiano, dal parroco di Leporano, da don Giancarlo Ruggieri, dal vicario foraneo don Antonio Quaranta, dal comandante della Polizia locale dott.ssa Maria Rutigliano e dal vice comandante della stazione dei carabinieri, maresciallo capo Salvatore Bonaceto. Al termine si è ricomposto il corteo diretto alla chiesa dell’Immacolata, precedentemente già affollata, che ha accolto il simulacro e le reliquie con un caloroso applauso mentre il coro parrocchiale “Cantate Dominum”, diretto da Giuseppe Riccio, intonava il brano di Frisina “Aprite le porte a Cristo”.
Dopo aver incensato statua e delle reliquie, l’arcivescovo ha salutato la comunità (era impegnato nelle cresime) augurando che l’incontro con il patrono dell’arcidiocesi possa intensificare il cammino personale e comunitario per una fede più feconda e più gioiosa. Quindi, la santa messa celebrata dal vicario foraneo don Antonio Quaranta, con la proclamazione del Vangelo secondo San Giovanni (20, 21): “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi…”.
Dopo i saluti finali del parroco don Giancarlo Ruggieri, di mons. Emanuele Ferro e del sindaco Vincenzo Damiano, ha avuto luogo la veglia comunitaria seguita da un momento di preghiera dei giovani per la guarigione di un loro coetaneo, “perché – ha spiegato don Giancarlo – possa risvegliarsi subito e tornare in mezzo a noi”.
Oggi, venerdì 3, la chiesa dell’Immacolata ha accolta la visita delle scolaresche. Nel primo pomeriggio, dopo il saluto della comunità, il simulacro e le reliquie ripartiranno alla volta di Statte e poi di Montemesola.