Dati Istat

Tra denatalità e spopolamento il Sud si “allontana” dal Nord

31 Mar 2025

di Silvano Trevisani

Il minimo storico di fecondità, la speranza di vita che supera i livelli pre-pandemici, l’aumento degli espatri di cittadini italiani. Sono questi i dati più rilevanti dei dati demografici contenuti nel report presentato oggi dall’Istat. Assieme al nuovo massimo di acquisizioni della cittadinanza italiana a cui si affianca comunque l’importante crescita della popolazione straniera residente. Ma il dato più rilevante è certamente quello della denatalità. Ormai la media di procreazione per le donne italiane si avvicina all’1 assoluto. Ma la situazione è molto peggiore al Sud. In Sardegna è di molto inferiore all’1%. In Puglia è dell’1,16%.

La popolazione

La popolazione italiana, dunque, cala anno dopo anno a partire dal 2014 e la diminuzione progressiva e notevole è frenata solo dall’arrivo di stranieri che assumono la nazionalità italiana. Ma ciò che per noi è più rilevante è il fatto che mentre nel Nord la popolazione aumenta dell’1,6 per mille, il Centro e il Mezzogiorno registrano variazioni negative rispettivamente pari rispettivamente a -0,6 per mille e a -3,8 per mille. Il che marca un continuo, cospicuo trasferimento al Nord (oltre che all’estero) di masse di popolazione. Queste consentono non solo di compensare le perdite che anche il Nord subisce ma addirittura di aumentarne costantemente, seppur di poco, la popolazione. Al Sud quattro centri su cinque decrescono e, se non si frena l’esodo collettivo, molti piccoli centri presto potrebbero sparire. Le aree interne del Mezzogiorno registrano, infatti, una variazione di circa il 5 per mille in meno sull’anno precedente;

Immigrazione

Se ne desume anche che l’immigrazione, che resta continua anche se in Italia non raggiunge certo i livelli dell’Europa del Nord, incide molto meno al Sud rispetto alla regioni settentrionali. I neo-cittadini italiani compensano gli italiani che emigrano: senza di loro la popolazione italiana avrebbe un tracollo.

Ma guardiamo gli altri dati. Tornando al tema della denatalità, con 1,18 figli per donna viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale, però, sono nati 526mila bambini, grazie alla presenza di un maggior numero di famiglie, contro i 370mila del 2024. Le famiglie sono sempre più piccole: la loro dimensione media scende in 20 anni da 2,6 componenti agli attuali 2,2 (media 2023-2024).

Emigrazione

Un vero e proprio boom registra il fenomeno delle emigrazioni per l’estero: sono 191mila (+20,5% sul 2023), delle quali ben 156mila riguardano cittadini italiani che espatriano (+36,5%). I motivi sono sempre legati al lavoro, alla disponibilità, qualità e redditività.

Aumentano anche i neo-cittadini italiani: sono 217mila le acquisizioni della cittadinanza italiana concesse a cittadini stranieri residenti in Italia, superato il precedente massimo di 214mila raggiunto nel 2023. Non solo la natalità è in forte discesa ma anche la mortalità: sei neonati e 11 decessi per 1.000 abitanti. Il che comporta un forte invecchiamento della popolazione.

Il saldo migratorio netto sale da +261mila nel 2022 a +274mila nel 2023. Quindi: più immigrati e meno emigrati dell’anno precedente

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Emergenze sociali

La Puglia è la quarta tra le regioni a rischio povertà, e l’occupazione frena

ph Siciliani Gennari-Sir
28 Mar 2025

di Silvano Trevisani

È di quasi due famiglie su cinque rischio di povertà ed emarginazione sociale il Puglia, secondo i dati diffusi dall’Istat. Un quadro avvilente che conferma un arretramento della qualità della vita in tutta Italia, ma in maniera molto maggiore al Sud. La Puglia è quarta, in ordine negativo, nella classifica che misura il rischio povertà ed emarginazione: se la Calabria è prima con il 48,8%, che significa che il rischio povertà riguarda una famiglia su due, la Campania è la sconda (43,5%) seguita dalla Sicilia (40,9%), quindi dalla Puglia al 37,5%. Una condizione che è di gran lunga peggiore di quella del resto del Paese. sempre più spaccato in due.

Due Italia

Ne consegue che se tutta l’Italia è in arretramento, con una percentuale di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale che passa dal 22,8% del 2023 si passa al 23,1% è solo il Sud a soffrire in maniera determinante, incidendo pesantemente sulla media complessiva. Ben diversa è la situazione nelle regioni del Nord: in Trentino-Alto Adige (il paese meno povero d’Italia) in pericolo è solo l’8,8% delle famiglie (ovvero quasi 30% in meno di rischi rispetto alla Puglia), poi l’Emilia-Romagna (10,1%) e la Valle d’Aosta (10,7%).

Classifiche

Seguono Marche (11,8%), Friuli-Venezia Giulia (12,4%), Veneto (12,4%), Piemonte (13,5%), Liguria (13,8%), Umbria (14%), Lombardia (14,1%) e Toscana (15,2%).

Attorno alla media nazionale sono le altre regioni del Centro e del Sud che non arrivano al 30% di famiglie a rischio. Si tratta di Sardegna (29,6%), Molise (27,5%), Lazio (25,8%), Basilicata (25,4%), Abruzzo (25,1%).

Non si capisce, da questi dati, dove si fondi la pretesa delle forze politiche hanno cavalcato l’autonomia differenziata. Visto che il Paese è nettamente spaccato in due, con le regioni opulente del Nord che hanno un bassissimo rischio di povertà e diventano, anno dopo, più ricche, mentre l’arretramento delle regioni meridionali sembra inarrestabile già di suo!

Reddito

Inoltre nel 2024 il reddito annuale medio delle famiglie (37.511 euro) aumenta in termini nominali (+4,2%) e si riduce in termini reali (-1,6%) a causa dell’inflazione. Il rischio povertà conosce, inoltre, oscillazioni molto diverse rispetto ai territori. E in Puglia cresce l’allarme per il balzo improvviso di oltre 5 punti percentuali.

Secondo il segretario generale della Cisl Puglia, il tarantino Antonio Castellucci, “è evidente l’urgenza di attivare maggiori misure di sostegno regionali mirate a contrastare questa situazione”.

Occupazione

La situazione è aggravata da un tasso di occupazione che è cresciuto in Puglia nel corso del 2024 di appena lo 0,5% rispetto all’anno precedente, infatti risulta essere penultima regione del Mezzogiorno per tasso percentuale di crescita. Per questo è fondamentale “il supporto dei redditi da lavoro, poiché non sempre sono sufficienti a garantire il superamento della povertà”.

Lo confermano ancora i dati Istat, sempre nel report “Condizioni di vita e reddito delle famiglie 2023 – 2024, secondo i quali un reddito su dieci è a rischio di “povertà lavorativa”.

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Archeologia

Reperti archeologici ‘inediti’ del MarTa saranno esposti in Cina per la prima volta

20 Mar 2025

di Silvano Trevisani

Reperti archeologici ‘inediti’ conservati nel Museo nazionale di Taranto saranno esposti da domani in Cina, per far conoscere il ruolo che la Puglia ha avuto nell’antichità.

Oggi, giovedì 20 marzo, ad Hainan in Cina, nel Museo del Mar cinese meridionale,  sarà infatti inaugurata la mostra ‘Between the two seas. Archaeology tells of Apulia’ (ovvero: ‘Tra due mari: l’archeologia racconta della Puglia’). Si tratta di un progetto della Regione Puglia, assessorato all’Industria turistica e culturale, e dell’Art exhibition center di Pechino, in collaborazione con il Museum of the South China sea, il Museo archeologico nazionale di Taranto (MarTa), il dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento.

La mostra, a cura di Rita Auriemma e Stella Falzone, comprende reperti provenienti dal Museo nazionale di Taranto, dalla direzione regionale Musei di Puglia, con il Parco archeologico e Museo nazionale ‘Giuseppe Andreassi’ di Egnazia, dalla soprintendenza archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce con il Museo Ribezzo di Brindisi e il Museo Castromediano di Lecce, dalla soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo.

La mostra intende rappresentare, attraverso una selezione di contesti costieri e subacquei e un repertorio di oggetti significativi per funzione e contenuto iconografico, il ruolo della Puglia quale crocevia di culture del Mediterraneo nell’antichità, grazie alla sua collocazione geografica ‘Tra due mari’.

A tale scopo sono stati individuati 131 oggetti della collezione del MarTa conservati nei depositi del museo. Molti fra questi saranno esposti nella sede cinese per la prima volta, con la finalità di far conoscere ad un pubblico sempre più ampio il ricco patrimonio del museo di Taranto.

L’iniziativa si inserisce all’interno di un più vasto progetto di cooperazione internazionale a sfondo culturale, che la Regione Puglia ha avviato con il Cultural exchange Center. Si tratta dall’Agenzia governativa che assicura il sostegno ai progetti di scambio culturale attraverso il coinvolgimento dei grandi musei cinesi. Il Museum of the South China sea di Hainan è un eccezionale luogo della cultura nazionale cinese inserito in un paesaggio costiero unico. Nell’allestimento ideato nei suoi spazi, potrà offrire una straordinaria occasione di dialogo tra il patrimonio archeologico della Puglia e i reperti provenienti da antichi relitti recuperati nel Mar Cinese meridionale.

Un patrimonio che può diventare un fattore primario di attrazione per un turismo culturale, esperienziale, di qualità: il turismo lento dei cammini e dei paesaggi, il turismo dell’ambiente, rispettoso del mare e della vita sotto il mare.

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Settimana della fede

Don Filippo Belli alla Settimana della fede: “L’incontro è ritrovarsi attorno al Salvatore”

foto G. Leva
18 Mar 2025

di Silvano Trevisani

È stato un percorso nelle Sacre Scritture quello proposto da don Filippo Belli, nella serata di apertura della 53ª Settimana della fede. “L’incontro tra le persone e nella società alla luce della Parola di Dio” è il tema affrontato dal presbitero della diocesi di Firenze, docente stabile di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia centrale a Firenze e direttore della biblioteca della facoltà.

Ponendo al centro del suo intervento le Lettere di san Paolo, in particolare ai Galati e agli Efesini, l’oratore ha descritto compitamente il concetto di incontro. Esso è inevitabile ma anche indispensabile tra gli uomini, sia dal momento del loro concepimento, sia compromesso da quella frattura che è rappresentata dal peccato. Solo il sangue versato da Cristo ha la facoltà di ricucire i rapporti con le persone e tra queste e Dio.

L’incontro, introdotto da monsignor Gino Romanazzi, è stato aperto dal coro polifonico parrocchiale ‘San Nicola’ di Lizzano, diretto dalla mª Annamaria Lecce, all’organo Emilia Lecce che ha proposto il canto iniziale: ‘Popoli tutti acclamate’. Al termine della lezione, l’arcivescovo Ciro Miniero ha ringraziato don Belli per la chiarezza e l’esaustività della sua relazione e, dopo la chiusura del coro di Lizzano, ha impartito la benedizione.

A don Filippo Belli abbiamo rivolto alcune domande sul tema trattato.

Un tema, quello dell’incontro, che per un cristiano non dovrebbe rappresentare una novità, anche se in questi tempi difficili la parola “incontro” può sembrare un auspicio un po’ utopico.

In effetti noi viviamo di incontri fin dal seno materno: quello è il primo incontro che facciamo. Il problema da porsi è: come si sviluppa una cultura dell’incontro? È, infatti, inevitabile incontrarsi, perché abbiamo bisogno degli altri, per vivere. Ma tutto sta appunto a vedere su che base si stabilisce un vero incontro. Lo vediamo abbastanza facilmente, anche nella situazione del mondo di oggi (ma per la verità di tutti i tempi). Se prevale l’interesse, il piacere, l’antipatia o la simpatia, si stabiliscono incontri conseguenziali, che hanno una data di scadenza a seconda delle condizioni di partenza. Il cristianesimo stabilisce invece una modalità d’incontro che raggiunge il cuore. Dove si stabiliscono rapporti stabili, duraturi, fruttuosi, fecondi, per la vita delle persone e per tutta la società.

L’Antico Testamento soprattutto, ma anche il Nuovo, ci raccontano di incontri che spesso diventano scontri, anche abbastanza duri. Un cristiano a cosa deve attingere?

Deve attingere a quella fonte unica che è il rapporto con Gesù che permette, come dice il testo che commento, di abbattere il muro dell’inimicizia, che è un po’ inevitabile a causa del peccato. Con la conversione e la purificazione del cuore, in modo che nascano atteggiamenti virtuosi: incontri veri, stabili, fedeli, che siano significativi.

La Chiesa ha degli strumenti particolari per l’incontro con Cristo, a partire dai sacramenti, ma pare che essi, insieme alla pratica religiosa in sé, abbia perso un po’ di appeal.

Lo vediamo, perché le chiese si svuotano. Bisogna recuperare, per la Chiesa, quello che è l’essenziale dell’annuncio evangelico: che il Signore è davvero il salvatore della nostra vita, l’unico davvero in grado di convertire il nostro cuore. Attraverso la Parola, i sacramenti, la partecipazione alla vita della Chiesa. È dai tempi di Giovanni Paolo II che si parla di rievangelizzazione, ma adesso diventa sempre più urgente. Una vera cultura dell’incontro è andare incontro a tutte le persone per questo nuovo annuncio.

Un ultimo riferimento a papa Francesco. Ci ha ricordato che siamo tutti fratelli, tra i quali l’incontro dovrebbe essere qualcosa di consueto. Perché anche all’interno della Chiesa, tra le varie componenti, questo incontro a volte è un po’ carente?

Proprio perché siamo peccatori prevale altro rispetto alla coscienza che Papa Francesco indica chiaramente: che siamo tutti fratelli è un fatto, perché siamo tutti figli di Dio. Non è solo un auspicio. Diventa un auspicio nel momento che diventa una cultura, diventa lavoro, diventa testimonianza, diventa impegno. Tanto più quando le singole persone, le comunità prendono coscienza di cosa voglia dire essere figli di Dio.

Le foto sono a cura di Peppe Leva

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Eventi culturali in città

Il MarTa festeggia la Primavera: sabato 22 arte e performance musicali

17 Mar 2025

Sabato 22 marzo torna all’interno del Museo archeologico nazionale di Taranto l’arrivo della Primavera, con un evento che celebra l’arte e la musica.
Una grande festa all’insegna dell’arte e della cultura che vedrà protagonisti gli studenti del liceo statale Archita di Taranto che durante tutta la mattinata allieteranno il pubblico con mini-concerti gratuiti nell’area di ingresso del Museo archeologico nazionale di Taranto.
È un modo per aprire ancora di più il Museo all’esterno – spiega la direttrice del Museo di Taranto, Stella Falzone – considerato che chiunque nella hall all’ingresso del Museo, fino alla capienza raggiunta, potrà assistere gratuitamente alle performance di questi giovani musicisti, che si svolgeranno respirando la brezza della primavera culturale di cui si faranno artefici”.
La performance sarà di mezz’ora e sarà riproposta negli intervalli orari delle 10, delle 11 e delle 12.
Patrimonio culturale ma anche patrimonio di saperi e talenti che anche attraverso l’iniziativa del liceo musicale Archita di Taranto ha il proposito di creare, all’interno delle programmazioni disciplinari musicali, una formazione cameristica stabile e rappresentativa delle specialità strumentali della scuola.
Si tratta quindi di un lavoro in itinere che trae linfa vitale dalle occasioni culturali di prestigio come questa e che tenta di affermarsi nel panorama artistico della città” – dicono dallo stesso liceo, guidato dalla dirigente scolastica Annarita Vozza.
Il programma musicale della giornata prevede l’esecuzione de La Sonata n. 8 in do minore per pianoforte di Beethoven.
Nella versione per pianoforte e orchestra da camera, ideata dal prof. Paolo Battista, docente e direttore della formazione, essa assume le sembianze del “Concerto” per strumento solista e orchestra. La parte pianistica, intatta nella sua originalità storica, espressiva e virtuosistica, è circondata dalle parti strumentali di accompagnamento. È evidente la straordinaria facilità della futura orchestrazione che Beethoven ha trasmesso alla Sonata e che prelude ai capolavori assoluti delle nove sinfonie e che ha consentito la realizzazione di questa piccola perla cameristica.
E’ uno degli esperimenti nati in seno alla programmazione didattica del laboratorio cameristico del Liceo Musicale Archita e che, dopo anni di rielaborazione, prende forma con un concerto offerto ai visitatori del MArTa e al pubblico in generale. I referenti del progetto sono i professori Paolo Battista (direttore e arrangiatore) e Luca Marri (coordinatore artistico e docente di pianoforte).
Gli interpreti della mattinata musicale saranno giovani studenti del liceo Archita di Taranto: Giulia Milella Kotone (pianoforte solista e flauto traverso); Giovanni Martella (oboe);  Piergiorgio Mingolla (clarinetto); Vittorio Cuccaro (fagotto); *Swami Panico e Caterina Cuccaro (violini); Aurora Fincato (viola); Davide Maria Pasca (violoncello); Mattia Colella (contrabbasso).
La visita alle collezioni del museo (compresa la mostra ‘Penelope’ e l’esposizione della Lex Municipii) sarà sempre possibile e previo acquisto del titolo d’ingresso (di 10 euro).

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Settimana della fede

Settimana della Fede: nel 4° incontro la testimonianza di chi opera sul campo

14 Mar 2025

di Silvano Trevisani

La quarta e ultima giornata seminariale della 53a Settimana della Fede, sul tema “La cultura dell’incontro”, in programma nella Concattedrale Gran Madre di Dio dal 17 al 21, è dedicata alla “Testimonianza di persone segnate dall’incontro”. Si svolgerà giovedì 20 a partire dalle ore 19 e metterà a confronto esperienze maturate da prospettive diverse, anche in occasione di conflitti e situazioni estreme.

Cristina Castronovi, Gennaro Giudetti, Stefano Capogna presenteranno le loro esperienze sul campo, con la mediazione della giornalista Marina Luzzi, La loro sarà una preziosa testimonianza di cosa possa significare essere segnati dall’incontro. È il racconto di vicende che li hanno messi a nudo di fronte alle sofferenze che intere popolazioni devono affrontare in tante parti del mondo. Storie di cui siamo superficialmente informati dai mezzi di comunicazione.

Cristina Castronovi è una operatrice Colomba, Corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, 2024. Dopo la formazione per volontari di breve periodo a Rimini, ha maturato esperienza in Ucraina (da novembre 2024 a dicembre 2024). Ha consolidato le competenze tecniche e trasversali apprese durante gli studi. Volontaria Associazione Noi e Voi, 2020-2023, ha progettato incontri di lavoro con detenuti in misura alternativa.

Gennaro Giudetti operatore umanitario in zone di guerra. Da circa 15 anni lavora con organizzazioni internazionali Ong e Nazioni Unite occupandosi soprattutto di zone di conflitto, emergenze e crisi internazionali, tra cui Gaza, Palestina, Afghanistan, Siria, Yemen, Haiti, Congo, Libano, Etiopia, Venezuela. Attualmente è a Gaza per la risposta umanitaria all’ Emergenza in Corso.

Stefano Capogna, luogotenente del corpo della Guardia Costiera. In servizio presso la Capitaneria di porto di Bari quale comandante della motovedetta d’altura CP268, ha operato a Lampedusa, Lesvos (Mar Egeo), Brindisi, Pantelleria, La Maddalena, Pesaro, Genova. Ha ricevuto numerose onorificenze, tra cui la Croce per la missione di pace in Albania, la medaglia Mauriziana dieci lustri di carriera, il nastrino di merito per il personale militare impiegato nell’emergenza Covid-19.

La serata sarà allietata dalla Corale “Madonna della Fiducia” della omonima Parrocchia.Oltre all’animazione delle celebrazioni domenicali, delle funzioni nei “tempi forti” e delle celebrazioni solenni, è nelle manifestazioni diocesane e nazionali (come gli Incontri delle Corali in Vaticano). La sua peculiarità è il canto polifonico, attingendo spesso al repertorio di monsignor Marco Frisina e di don Fabio Massimillo. Dirige il coro Daniela Quaranta, all’organo: Francesco Saracino.

Canto iniziale: “Sei con noi Tu Maestro e Signore” (F. Massimillo), canto finale: “Con Te Maestro” (F. Massimillo)

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Eventi nazionali

Un convegno di storia della medicina per il novant’anni di Gianni Iacovelli

13 Mar 2025

di Silvano Trevisani

“La Storia della Medicina tra passato e futuro” è l’impegnativo tema del Convegno nazionale di studi storico-medici organizzato per i novant’anni di Gianni Iacovelli, che si svolgerà dal 14 al 16 marzo a Taranto- Vi saranno impegnati molti studiosi autorevoli in ben cinque sessioni di studi, che avranno luogo tra il salone degli specchi di Palazzo di città e il Circolo ufficiali di Marina. Il convegno fornirà anche l’occasione per la presentazione dell’ultimo volume realizzato dal medico, studioso e politico di Massafra; “I mal di testa di Stendhal. Roma e lo Stato Pontificio nella prima metà dell’Ottocento” (Edizioni Filo Schiavone, Manduria).

Iacovelli è presidente dell’Accademia di storia dell’arte sanitaria che ha sede a Roma nell’antico Ospedale di Santo Spirito in Sassia e gestisce il Museo Storico nazionale dell’arte sanitaria, uno dei musei tematici più importanti del mondo. Gianni Iacovelli, da sempre socio della S.I.S.M. (Società Italiana di Storia della Medicina), nell’ottobre 1981, quando era giovane medico e cultore di storia, organizzò per conto della Sism, il suo XXX Congresso Nazionale. Che si aprì a Taranto e proseguì i suoi lavori a Massafra, Mottola e Martina Franca.

Ma di Giacovelli dobbiamo ricordare anche la lunga carriera politica e la militanza nella Democrazia Cristiana, che lo portò a una breve esperienza di presidente della Provincia di Taranto nel 1986 e a quella successiva di sindaco di Massafra, chiusasi nel 1990. Ma il molteplice impegni di Gianni Iacolvelli lo portò a essere, per molti anni, anche autorevole e stimato critico d’arte e organizzatore di rassegne e mostre importanti, oltre che docente universitario, saggista e promotore culturale tra i più attivi.

Temi del convegno, che si aprirà il 14 alle 9,30 nel salone degli specchi di Palazzo di città con il saluto del direttore del centro pugliese dell’Asas, M. Freda, saranno: Igiene, sanità, epidemie nelle guerre dell’800 e dell’900. – Ospedali, istituzioni, malattie e medici dal XVII secolo ad oggi. – Salute mentale e follia: mentecatti e morotrofi. – Antropologia e medicina popolare.

Il saggio di Gianni Iacovelli sarà presentato domenica mattina, al termine dei lavori del convegno, da T. Lotti, rettore Università “Leonardo Da Vinci” (Svizzera), M. Spedicato dell’Università del Salento, G. Rispoli – A.C.O.S.I., F. Filo Schiavoni, bibliofilo ed editore.

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Settimana della fede

Cesare Zucconi della Comunità di Sant’Egidio per la terza serata della Settimana della Fede

13 Mar 2025

di Silvano Trevisani

“La Chiesa promotrice dell’incontro” è il tema affidato a Cesare Zucconi, vicepresidente della Comunità di Sant’Egidio per il terzo degli appuntamenti previsti dalla 53a Settimana della Fede. Tema di quest’edizione, che prenderà il via lunedì prossimo, 17 marzo, è “La cultura dell’incontro”, che il sottotitolo esplicativo, ripreso dalla Seconda lettera di San Paolo agli Efesini, così motiva: “Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne”.

L’incontro con Cesare Zucconi, mercoledì 19, in Concattedrale, verterà, dunque, suo ruolo della Chiesa nella promozione dell’incontro, della solidarietà e della pace. Il relatore, infatti, è particolarmente coinvolto anche nelle iniziative di pace e nel dialogo ecumenico ed interreligioso. Che vede autorevolissimo protagonista il cardinale Matteo Zuppi, egli pure da sempre vicino al Sant’Egidio. La consapevolezza che, come sostiene Andrea Riccardi, fondatore della comunità, la guerra è madre di ogni povertà ha spinto la Comunità a lavorare per la pace, proteggerla dove è minacciata, aiutare a ricostruirla, facilitando il dialogo e l’incontro là dove è andata perduta. Il lavoro per la pace è vissuto anche come una responsabilità dei cristiani, parte di un più ampio servizio alla riconciliazione ed alla fraternità, che si sostanzia nell’impegno ecumenico e nel dialogo interreligioso nello “Spirito di Assisi”.

Zucconi insegna storia delle relazioni internazionali e della pace all’università “Friedrich Schiller” di Jena, nella Germania orientale, non lontano da Berlino. Tra le sue pubblicazioni ha dedicato due monografie a due beati della Chiesa cattolica: Franz Jaegerstaetter, un contadino austriaco che si è rifiutato di combattere per Hitler, scelta che ha pagato con la ghigliottina. E padre Jerzy Popieluszko, il giovane prete polacco che negli anni della Polonia comunista è stato barbaramente torturato e ucciso dai servizi comunisti.

La serata sarà allietata dalla corale del SS. Crocifisso, nata nel settembre 2023 dalla Schola cantorum Crux Fidelis sotto la guida del maestro Cristiano Triuzzi. Eseguirà, come canto iniziale: “Inno a Cristo Signore dei Millenni” di Liberto e come canto Finale: “Ti cerco signore mia speranza”, di don Fabio Massimillo.

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Lavoro

Ilva: a piccoli passi verso la cessione e risarcimenti “simbolici” ai Tamburi

12 Mar 2025

di Silvano Trevisani

Mentre si attende la decisione del governo per la cessione dell’ex Ilva, che ha vissuto ieri un nuovo, importante incontro a Palazzo Chigi, si registrano novità anche sulla vicenda dei risarcimenti agli abitanti dei Tamburi.

La sentenza

Partiamo da quest’ultimo argomento che registra una novità interessante, forse più a livello d’immagine che di sostanza. La Corte di Cassazione, infatti, ha stabilito che gli abitanti del quartiere Tamburi che avevano denunciato lo stabilimento per l’emissione delle polveri vanno risarciti dal direttore pro tempore. Era stato lui a promuovere ricorso alla suprema corte. Il fatto è che la quantificazione del danno è, tutto sommato, irrisoria: pari cioè al 5% del valore degli immobile danneggiati che, però, oggi è molto modesto. Toccherà, inoltre, al giudice di merito dare applicazione a questa disposizione che riconosce la responsabilità diretta del direttore per l’emissione di minerali e polveri di carbone. Minerali e polveri hanno impedito di godere pienamente degli immobili e danneggiato la loro vita di relazione.

La Cassazione ha così confermato la condanna al risarcimento. Il direttore e gestore dell’impianto rivestiva una posizione di garanzia e aveva la possibilità di predisporre i rimedi per impedire la diffusione delle polveri inquinanti. Nel quartiere Tamburi di Taranto, avevano infatti superato i limiti consentiti dall’autorità amministrativa per 35 volte l’anno, per un periodo che andava dall’autunno 2009 a luglio 2012. Il direttore ha cercato di scaricare la responsabilità sull’azienda ma la Cassazione ha confermato la conclusione della Corte di merito, sottolineando che i residenti denunciavano un illecito penale commesso da persone fisiche. Va ancora chiarita la ripartizione delle spese legali.

Ricordiamo per inciso che, sempre a seguito di una sentenza della Cassazione, è stato annullata la sentenza di primo grado di “Ambiente svenduto”, trasferito a Potenza. Di conseguenza, le famiglie che avevano a loro volta ricevuto, in questo caso da Riva, la somma provvisionale di 5.000 euro, sono state chiamate e restituirla.

L’incontro a Roma

All’incontro svoltosi ieri a Palazzo Chigi (nella foto in alto), hanno partecipato i ministri Urso, Giorgetti, Calderone, Pichetto Fratin, Foti e il sottosegretario Mantovano, assieme alle segreterie di Fim Fiom Uilm e Usb. Tanti buoni propositi espressi, ancora nessuna certezza. Dopo il 14 marzo, i commissari di AdI sceglieranno l’offerta e avvieranno un confronto esclusivo, che si dovrebbe chiudere a giugno. C’è l’impegno a non lasciare per strada nessuno dei dipendenti, né quelli transitati nella nuova società né quelli rimasti in quella in liquidazione. Serviranno però misure straordinarie, perché non tutti torneranno, naturalmente al lavoro. O comunque non nel siderurgico ma in uno degli investimenti previsti anche attraverso il Jtf.

Lo Stato resterà con una quota non superiore al 10% ed eserciterà la golden power, per evitare rischi futuri. E poi ci sono i tempi di ambientalizzazione: serviranno almeno quattro anni per concludere la fase di transizione per il passaggio graduale dagli altiforni al primo forno elettrico. Con la possibilità di realizzare la costruzione di uno o due impianti per la produzione di preridotto attraverso la società DRI d’Italia. E necessiterà, nel frattempo, la nuova Autorizzazione ambientale Aia. Anche questa prevista per giugno.

Insomma, si va avanti con tempi sufficientemente precisi ma non brevi, e i sindacati chiedono risposte certe e la possibilità di avviare a loro volta confronti con la società subentrante.

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Settimana della fede

Alla Settimana della Fede Bonini tratterà l’incontro tra cultura, economia, politica

12 Mar 2025

di Silvano Trevisani

La Chiesa locale si prepara a vivere quel seminario formativo quaresimale che, da ormai più generazioni, è rappresentato dalla Settimana della Fede, voluta negli anni Settanta dall’arcivescovo Guglielmo Motolese. La seconda giornata della 53a Settimana della fede della diocesi di Taranto proporrà, martedì 18 marzo alle 19, l’intervento di Francesco Bonini, rettore della Lumsa, già noto alla nostra comunità. Tratterà il tema “Fecondità dell’incontro. L’incontro nella cultura, nell’economia, nella politica”.

“Nelle scienze naturali e nelle scienze sociali oggi – sono queste riflessioni dettate tempo fa da Bonini a proposito di relazionalità e incontro – “retrocedono i determinismi”, si riconoscono nuovi spazi di libertà, come peraltro la stessa genetica dimostra. Nello stesso tempo riemergono le ragioni della relazione, che definisce la stessa persona, fino all’apertura al trascendente. Le ragioni della vita insomma riemergono, senza appiattirsi su forme di naturalismo materialista, ma ritornando alla grande lezione dell’umanesimo cristiano, in un rapporto sereno con la categoria del limite”.

È nella relazione, quindi nell’incontro, che l’umanesimo cristiano scrive una parola determinante e può offrire un modello di riferimento a tutta l’umanità.

Francesco Bonini è professore ordinario di storia delle istituzioni politiche alla Lumsa di Roma, oltre che rettore. Ha studiato e si è perfezionato alla Scuola normale superiore di Pisa, ha ottenuto il dottorato di ricerca in Scienza politica all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi. Ha insegnato alla Cattolica di Milano, all’Università di Teramo e alla Sapienza. E’ membro dell’International commission for the history of Parliament & Representative Institutions. ha presieduto l’Associazione italiana degli storici delle istituzioni politiche (AISIP) e della Società italiana di storia dello sport (SISS). È vicepresidente della Conferenza dei rettori per il triennio 2023-2026. Ha coordinato il Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei e fa parte del cda del Servizio di informazione religiosa della Cei. È editorialista di Famiglia Cristiana.

Aprirà l’incontro il coro “Gli amici in nome di Maria”. Nato nel 2021 come coro dell’Unitalsi provinciale, il coro si è sviluppato nella parrocchia Maria SS. Immacolata di San Giorgio Ionico. La coordinatrice è Anna Rita Capozza, gli arrangiamenti musicali sono di Piero Melpignano. Proporrà come canto iniziale: “Chiamati per nome” (Gen Verde) e come canto finale: “Cantero per te” (Massimillo)

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Settimana della fede

Da lunedì 17 la Settimana della fede che ci indica ‘la cultura dell’incontro’

11 Mar 2025

di Silvano Trevisani

“L’incontro tra le persone e nella società alla luce della Parola di Dio”: questa la traccia della conferenza, che aprirà, lunedì 17 marzo, la 53ª Settimana della fede, in Concattedrale. A relazionare è stato chiamato don Filippo Belli presbitero della diocesi di Firenze dove è parroco di due piccole comunità. A lui il compito di spiegare “Cos’è l’incontro. Società e comunità: l’incontro ne determina la differenza”.
La cultura dell’incontro è il tema attorno al quale ruoterà questa edizione della Settimana della fede, poiché, come sottolinea l’arcivescovo Ciro Miniero “Abbiamo bisogno di formarci e camminare insieme come pellegrini di speranza”.
In un tempo che sembra caratterizzato dallo scontro, o più consuetamente dal confronto serrato, a tutti i livelli, investire sull’incontro significa dare nuove prospettive. Di pace, di convivenza, di solidarietà. La Parola di Dio è una parola di unione, di comunione, laddove la divisione è la radice terminologica del “diavolo” che, etimologicamente, è “colui che divide”. Ecco perché nella famiglia, nella società, al lavoro, nella politica, nelle relazioni internazionali l’incontro è sempre la via obbligata alla positiva soluzione dei conflitti. E questo vale anche per i cristiani, che nella storia hanno sempre dovuto fare i conti con le divisioni.
Filippo Belli ci guiderà, dunque, a cercare nella Sacra Scrittura le tracce della cultura dell’incontro.

Don Belli, che ha conseguito la licenza e il dottorato al Pontificio istituto biblico, è docente stabile di Sacra Scrittura alla facoltà Teologica dell’Italia centrale a Firenze e direttore della biblioteca della facoltà. I suoi corsi e le sue ricerche spaziano dal libro della Sapienza ai testi del NT, e in particolare le lettere paoline. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Argumentation and Use of Scripture in Romans 9- 11 (Roma 2010); il volume in collaborazione L’antico nel Nuovo. Il ricorso alle Scritture nel Nuovo Testamento (Bologna 2008) e il commento Colossesi (Cinisello Balsamo 2015), oltre a diversi articoli scientifici e di divulgazione.

Allieterà l’incontro il coro polifonico parrocchiale “San Nicola” di Lizzano, diretto dalla maestra Annamaria lecce, all’organo Emilia Lecce. Il coro proporrà il canto iniziale: “Popoli tutti acclamate” (Rns – Rinnovamento Nello Spirito) e il canto finale: “Andate in tutto il mondo” (mons. Marco Frisina).

L’appuntamento è per lunedì 17 marzo alle 19 in Concattedrale.

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Dipartita

Si è spento Cosimo Damiano Fonseca figura centrale per la cultura e la fede

10 Mar 2025

di Silvano Trevisani

Si è spento oggi, lunedì 10 marzo, a Massafra, monsignor professor Cosimo Damiano Fonseca, che lo scorso 21 febbraio aveva compiuto 93 anni. Accademico dei Lincei e punto di riferimento della cultura meridionale, medievalista tra i più noti e apprezzati, ha ricoperto numerosi e importantissimi incarichi. Nel 1954 venne ordinato sacerdote e nel 1956 conseguì il dottorato in teologia. Nel 1961 conseguì anche il dottorato, per gli studi storici, alla Cattolica di Milano, dove fu assistente di Cinzio Violante e poi docente di storia medievale. Successivamente insegnò storia medievale all’Università di Lecce, dove fu, per nove anni, preside della facoltà di lettere e filosofia.

Dopo aver insegnato storia medievale e storia del cristianesimo all’Università di Bari, fu fondatore e primo rettore dell’Università della Basilicata. Incarico che gli fu rinnovato per quattro mandati fino al 1992.

È stato per lungo tempo vicepresidente della Conferenza dei rettori delle università italiane e membro del Cun, il Consiglio universitario nazionale. Tra i numerosissimi incarichi ricevuti nella sua prestigiosa carriera, è stato membro direttivo dell’Enciclopedia federiciana e collaboratore dell’Enciclopedia italiana. Ha fondato numerosi istituti culturali, tra cui l’Istituto internazionale di Studi federiciani del Cnr, mentre nel 1993, a Taranto, ha fondato il Centro studi melitensi.

Ma nella nostra città ha ricoperto anche altri importanti incarichi, come presidente del Cuj, il Consorzio universitario jonico, e come coordinatore del Comitato per il riconoscimento della Città vecchia come Patrimonio Unesco. Innumerevoli le pubblicazioni che ha scritto, promosso e curato, che sono un punto di riferimento per la storiografia italiana.

Da sempre residente nella sua Massafra e attivo nella diocesi di Castellaneta, è stato tra i promotori degli studi della civiltà rupestre, per la quale ha promosso studi e seminari, tesi alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio meridionale e soprattutto regionale. Al patrimonio rupestre dedicò, tra gli altri, il volume fondamentale Civiltà delle grotte: Mezzogiorno rupestre, (Napoli, Edizioni del Sole, 1988).

I funerali saranno celebrati, domani 11 marzo alle 16, nella chiesa di San Lorenzo, a Massafra.

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